Al Museo dei grandi fiumi i disegni e i bozzetti di Gabbris Ferrari

L'artista Gabbris Ferrari, scomparso nel 2015
ROVIGO - Espone 46 opere provenienti da due collezioni la mostra permanente al Museo dei grandi fiumi “Il Museo in scena: disegni e bozzetti di Gabbris Ferrari”....

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ROVIGO - Espone 46 opere provenienti da due collezioni la mostra permanente al Museo dei grandi fiumi “Il Museo in scena: disegni e bozzetti di Gabbris Ferrari”. Domani alle 10.30 sarà aperta al pubblico e domenica sono già in programma, alle 11 e alle 16, due visite guidate (l’ingresso è gratuito) da prenotare telefonando allo 0425.1540440 o scrivendo all’indirizzo email info@museograndifiumi.it. Domenica sarà anche possibile abbinare la visita al Museo (ingressi a 3 euro), alle 10.00 e alle 15.00. Per ammirare la selezione di opere che il grande maestro aveva realizzato per l’allestimento delle sezioni Età del Bronzo, Età del Ferro ed Età Romana del Museo dei grandi fiumi, gli orari di apertura - sempre a ingresso gratuito, con chiusura settimanale il lunedì - sono 10-13 la mattina e 15-18 nei pomeriggi di sabato e domenica. La Fondazione della Banca del Monte di Rovigo e la famiglia Ferrari, mettendo a disposizione le opere dell’artista che è stato una delle figure più importanti nel recente panorama culturale, hanno reso possibile in sinergia con il Museo e il Comune l’opportunità di far conoscere meglio uno dei preziosi contributi che la vena artistica di Gabbris Ferrari ha riversato su Rovigo, creando «tracce indelebili della sua arte in vari luoghi cittadini», ha ricordato ieri alla presentazione per la stampa l’assessore comunale alla Cultura Roberto Tovo.



L’ARTISTA

Gabbris Ferrari, scomparso nel 2015, era stato prezioso anche per altre felici intuizioni come il Teatro Studio, la Pescheria nuova, il laboratorio di scenografia del Teatro Sociale. E così la mostra permanente “Il Museo in scena”, in cui l’allestimento curato da Claudia Biasissi è accompagnato dai testi critici di Ivana D’Agostino, riesce a realizzare nello stesso tempo due obiettivi. Il primo è svelare, in continuità con le sezioni espositive, la genesi del Museo dei grandi fiumi, di cui Gabbris Ferrari è stato uno dei padri nobili: i bozzetti, infatti, mostrano come le sezioni museali realizzate fossero parte di un progetto ancora più ampio nella mente dell’artista scenografo, e i disegni per l’allestimento del Museo riescono a rendere ancora più accessibili le sezioni per i visitatori. Il secondo obiettivo, ha spiegato il presidente della Fondazione Banca del Monte di Rovigo, Giorgio Lazzarini, è restituire alla città e al pubblico una ricchezza da condividere: «Questo è un momento di grande emozione: è come riportare Gabbris Ferrari a casa, per il suo fondamentale contributo nella realizzazione delle sale. La Fondazione è attiva nella divulgazione delle eccellenze locali, in particolare per attirare l’attenzione dei giovani, che così hanno modo di prendere esempio dall’impegno per il territorio di un’illustre personalità» per la loro crescita culturale e sociale. Il Museo dei grandi fiumi, dunque, si arricchisce di una nuova “sezione” e «questa non sarà l’unica novità, entro la fine dell’anno», ha annunciato l’assessore Tovo.

L’ESEMPIO


Tra le personalità fondamentali per la creazione del Museo rodigino per l’archeologia del Polesine, Raffaele Peretto ha ricordato così l’esempio di Gabbris Ferrari: «In un gruppo di lavoro forte, che operava in sintonia perfetta, il suo spirito creativo era sempre eccezionalmente vivo», tanto che «se guardiamo i bozzetti, ad esempio, troviamo richiami alla nostra attualità: gli incendi boschivi in pianura per fare spazio all’agricoltura, come ora in Amazzonia, e poi gli scavi del metano e la subsidenza». Restano esempi dello spirito con cui Gabbris Ferrari si avvicinava alla creazione artistica, accanto a racconti e memorie pieni di vita: «Nella libertà dell’artista e nell’interdisciplinarietà - ha commentato Chiara Vallini, conservatrice del Museo dei grandi fiumi - c’è la chiave di una realtà che continua a essere produttiva». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino