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CONEGLIANO - «Se volete una replica esatta di questi due quadri (Le muse inquietanti e I pesci sacri del 1918) posso farvela per 1000 lire italiane ciascuna. Queste repliche avranno il solo difetto di essere eseguite con una materia più bella e una tecnica più sapiente» scrive Giorgio de Chirico il 10 marzo 1924 a Simone Kahn, moglie di André Breton. «Copiarsi è un atto di autoappropriazione da parte dell'artista, che in questo anticipa il maestro dei multipli Andy Warhol» ha spiegato ieri a Palazzo Sarcinelli Victoria Noel-Johnson all'opening dell'esposizione "Giorgio de Chirico, metafisica continua" (catalogo Antiga Edizioni), che resterà aperta fino al 25 febbraio. Londinese di nascita, Master of Arts in storia dell'arte all'Università di Edimburgo e PhD all'Università di Glasgow, è stata curatrice dal 2008 e il 2017 della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico di Roma da cui provengono le 71 opere, tele e splendide sculture in bronzo dorato e argentato, in mostra. La curatrice ha condotto il pubblico attraverso il segreto e metafisico mondo dechirichiano: «La genialità di de Chirico - ha spiegato - si è moltiplicata nel corso della sua esistenza anche attraverso le copie. Negli anni 60 Warhol dirà "Quello che de Chirico ha fatto in una vita, io lo faccio in un giorno". Centinaia le repliche delle "Muse Inquietanti", ma c'è sempre una differenza, un dettaglio, la lunghezza di un'ombra, la sfumatura di un colore ad arricchire, a personalizzare, a migliorare l'opera originale. Nello stesso tempo de Chirico segue in questo atto di autoappropriazione i grandi maestri del passato, come si legge in una lettera al collezionista Giuseppe Cosmelli del 4 gennaio 1956 : «Anche presso i maestri antichi si possono notare opere identiche dipinte dallo stesso maestro. Ad esempio del Cardinale Inghirami vi sono due ritratti identici ambedue di mano dell'Urbinate (Raffaello ndr), uno sta al Museo Pitti a Firenze e l'altro al Prado di Madrid'».
IL FOCUS
La mostra riserva un ampio focus alla stagione neometafisica 1965-1976 - di cui Fondazione de Chirico possiede la più completa collezione al mondo - caratterizzata dalla rielaborazione dei temi che popolavano le opere del primo periodo metafisico 1910-1918.
Il Gazzettino