Mose, come sono messe le paratoie dopo dieci anni in acqua: ecco la prima staccata per manutenzione. «Sembra aver tenuto»

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VENEZIA - La paratoia del Mose è emersa lentamente, con il suo carico vita marina: colonie di cozze, alghe, incrostazioni varie. Un fitto tappeto scuro, a nascondere la vernice gialla della diga mobile, cresciuto in dieci, lunghi anni di permanenza sott'acqua. «Saranno 10, 15 tonnellate di accrescimento marino - calcolavano, al volo, gli ingeneri di Fincantieri - ce ne aspettavamo fino a 30. È andata meglio del previsto». É iniziata così, con lo spettacolo di questo bestione da oltre 300 tonnellate (compreso il carico d'acqua e di vegetazione marina) sollevato dalla cavalletta, la stagione della manutenzione del Mose, che nei prossimi anni dovrà interessare tutte le 78 paratoie del sistema che separa la laguna dal mare. Opera non ancora completamente finita, anche se già da tre stagioni garantisce la protezione di Venezia dalle acque alte, ma bisognosa di una revisione che era diventata sempre più urgente. Per le prime paratoie affondate ormai dieci anni fa, come quella sollevata ieri, in particolare, visto che il progetto dell'opera immaginava un ciclo manutentivo ogni cinque.

L'EVENTO IN ISOLA

Ieri, dunque, l'atteso avvio di questo primo ciclo, salutato con una certo soddisfazione dalla piccola folla di autorità che il commissario al Mose, Elisabetta Spitz, ha inviato nell'isola in mezzo alla bocca di porto del Lido. «Un momento storico» per il provveditore alle Opere pubbliche, Tommaso Colabufo. «Un'altra emozione, che segna l'inizio della gestione a regime del Mose» come ha ribadito la Spitz. In prima fila anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro: «Un grande successo a cui volevo essere presente». Tutti, per circa un'ora, ad assistere alle operazioni di recupero della paratoia numero 6, delle 21 che compongono la schiera di Treporti, la prima in assoluto ad essere stata collocata nel suo cassone d'alloggiamento sott'acqua nel giugno 2013. Un primo suono di sirena, ad annunciare la sua fuoriuscita dall'acqua, agganciata al telaio gigante della cavalletta. Quaranta minuti dopo, un secondo, quando l'enorme parallelepipedo era ormai fuori e cominciava a scaricare l'acqua che lo riempiva.
Impressionante la vegetazione marina, cresciuta in particolare sul lato che poggiava sul fondale. Ma non per i tecnici. «In realtà non è un granché. Pensavamo peggio. Ora vedremo quel che troveremo dentro, ma non credo molto: è buio» ha commentato l'ingegner Vinicio Tresin, responsabile delle operazioni per Fincantieri, il colosso della cantieristica che in cordata con Berengo, Sirai, Fagioli e Nautilus si è aggiudicato questo appalto, dopo una battaglia legale durata quattro anni: 18 milioni per la manutenzione delle 21 paratoie di Treporti da completare in 36 mesi. Tutto ieri ha filato liscio, sotto la supervisione dei tecnici del Consorzio Venezia Nuova. Ma è solo l'inizio.

I PROSSIMI PASSI

«Ora la paratoia sarà lasciata sgocciolare per un giorno. Poi la monteremo su un pontone e la porteremo in area Fagioli, a Marghera, per le operazioni di manutenzione - ha spiegato ancora Tresin - Per gli inizi di agosto contiamo di inserire quella di riserva. Poi procederemo con lo smontaggio di una seconda paratoia. Contiamo di completare queste prime due manutenzioni per settembre». Saranno una sorta di prova generale per capire come organizzare la manutenzione futura. Una «manutenzione prototipale straordinaria - come l'ha chiamata Teresin - la prima paratoia sarà smontata e sverniciata completamente, controlleremo gli elementi maschi delle cerniere, sostituiremo gli anodi, entreremo all'interno per verificare se c'è corrosione. Per l'analisi dell'accrescimento marino abbiamo un accordo con l'università di Padova». Un lavoro accurato che servirà a programmare anche il prossimo bando per la gestione complessiva della manutenzione del sistema, per cui Fincantieri si è già candidata con una proposta di parternariato da 57 milioni l'anno. «Il bando è praticamente pronto - ha spiegato ieri Spitz - ma attendiamo i risultati di queste prime indagini per fare una gara seria. Vogliamo capire se quelle offerte e proposte sono coerenti con lo stato effettivo della paratoia». Insomma se ne riparlerà dopo l'estate.

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Il Gazzettino