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VENEZIA - I lavori per collegare con la fibra ottica il sistema di comando del Mose, tra l'Arsenale e le tre bocche di porto, sembrano non interessare le società del settore. Per la seconda volta la gara bandita dal Consorzio Venezia Nuova è andata deserta. Era già successo quest'estate, quando la base d'asta era stata fissata in 2 milioni e mezzo per un anno di noleggio della fibra di collegamento. Questa volta la posta era stata quasi raddoppiata: 4,8 milioni per un servizio che al nolo aggiungeva anche la manutenzione dell'infrastruttura per ben 15 anni. Offerta che si era immaginato fosse più appetibile, ma che in realtà non ha interessato le società del settore: nessuno si è fatto avanti. E i tempi di allungano. Si tratta di uno degli interventi di completamento della grande opera che si allontana. Difficile che possa essere ultimato per la fine di quest'anno, quando il cronoprogramma fissa la fine dei lavori alle bocche di porto. Di certo il ponte radio dell'Esercito - che dal 2020 consente il funzionamento del Mose, anche in assenza della fibra - è destinato a restare l'unico sistema di comunicazione ancora per qualche tempo. Mentre ad allontanarsi è anche l'obiettivo di avere un Mose più automatizzato.
UN ESITO A SORPRESA
L'esito della nuova gara ha sorpreso lo stesso Cvn, anche perché in questi mesi più di un soggetto aveva manifestato il suo interessamento.
LE TRE GARE
Dopo la gara per la fibra da 2 milioni e mezzo andata deserta a luglio, la numero 56, il Cvn aveva subito bandito una seconda gara, la 57, stavolta da 3,6 milioni per la «fornitura, installazione e configurazione dei sistemi di telecomunicazione delle bocche di Lido Treporti, San Nicolò, Malamocco, Chioggia, Arsenale». Questa partecipata da tre concorrenti e in assegnazione a Sirti spa. Le altre in lizza erano state Telecom e Telbit. Restava aperta la questione fibra. Ed ecco la successiva gara, la 58 di ottobre, da 4,8 milioni per l'«attivazione ed erogazione del servizio di fibra ottica spenta tra le bocche di porto e l'Arsenale e relativa manutenzione per 15 anni con facoltà di riscatto». La proposta prevedeva lavori di attivazione da completare in 270 giorni, quindi 15 anni di nolo, con una prima possibilità di riscatto dopo tre anni, a fronte di un pagamento di 4,9 milioni, e una seconda alla fine dei 15 anni per 500mila euro. Proposta che alla fine non ha interessato nessuno. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino