Torna l'acqua alta per due sere, ma i lavoratori del Mose sono in crisi

VENEZIA - E intanto torna l’acqua alta. Il centro di previsione Maree del Comune di Venezia annuncia per stasera un picco di 95 centimetri alle 22.10, che potrebbero...

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VENEZIA - E intanto torna l’acqua alta. Il centro di previsione Maree del Comune di Venezia annuncia per stasera un picco di 95 centimetri alle 22.10, che potrebbero diventare 105 alle 22.50 di domani. Non è granchè, ma è agosto, e l’autunno è dietro l’angolo.


E se ieri è saltato il previsto test alla bocca di porto di Malamocco, per la mancanza di personale delle ditte che assicurano la sorveglianza e la guardiania alle bocche di porto, si infiamma lo scontro occupazionale e sul futuro della grande opera.


Il deposito del concordato fallimentare e la nomina di altri due commissari, che lavoreranno fianco a fianco del liquidatore del Consorzio Massimo Miani, rischia di rallentare ulteriormente una vertenza già allo stremo, con i cantieri fermi ormai da gennaio. E proprio nello stesso giorno in cui il commissario liquidatore ringraziava le sparute maestranze di Cvn, Comar e Thetis per l’impegno e il risultato del test di giovedì a Chioggia, svolto in modalità manuale per simulare una remota ipotesi di black out, ai lavoratori delle tre aziende veniva comunicato che dopo le ferie coatte, dal 9 al 20 agosto, partirà la cassa integrazione e che gli stipendi di luglio di Comar non verranno pagati, senza prospettive per quelli futuri. Ieri un’accesa riunione tra il personale e i sindacati ha portato a definire la controffensiva, annunciando lo stato di agitazione dei lavoratori e preannunciando un’assemblea per il 24 agosto. È stato richiesto un tavolo di crisi in Regione convocato per giovedì prossimo e un tavolo permanente in Prefettura. Saranno coinvolti anche i ministeri, perchè i sindacati chiedono una risposta esauriente anche sulla costituzione dell’autorità della Laguna, che ha compiuto un anno ma è rimasta solo sulla carta. 


«Ai di là delle inaccettabili ricadute sui lavoratori, questo vuole dire il blocco totale del completamento dei lavori del Mose - scrivono in una nota congiunta i segretari generali di Cgil Cisl e Uil - nonché la mancanza dei controlli sull’inquinamento della Laguna di Venezia. Cresce, inoltre, il rischio che vengano meno le condizioni, all’avvicinarsi dell’autunno, per la alzata in sicurezza delle paratoie con gli immaginabili quanto inaccettabili pericoli per la città. I lavoratori, la città di Venezia e la sua Laguna rischiano quindi di pagare per responsabilità che vanno addebitate a chi ha gestito negli anni scorsi le aziende e a chi non è intervenuto in tempo per risolvere i problemi che si stavano delineando».

 

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Il Gazzettino