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TREVISO - E’ mancato dopo una malattia durata 2 mesi e che non gli ha dato scampo, Mario Simonetta, ex allenatore della mitica Libertas Atletica di Treviso e scopritore di tanti talenti dell’atletica leggera in provincia di Treviso. Solo per citarne alcuni la lanciatrice del peso Mara Rosolen, una infinità di titoli italiani e la partecipazione alle Olimpiadi, le saltatrici in alto Sabina Ghedin (tricolore) e Lina Costenaro, la mezzofondista Luciana Saccol, l’allenatrice Flora Pavan, il mezzofondista e ora imprenditore Paolo De Bortoli, fondatore della cantina Col Vetorz. Ma l’elenco è infinito. Come non ricordare Umberto Lorenzon, la velocista Meri Carraro (record italiano di staffetta), davvero una schiera lunga di atleti che sotto le sapienti mani di Mario Simonetta hanno conosciuto il panorama nazionale e internazionale della regina degli sport. Simonetta, trevigiano di nascita, classe 1942 era letteralmente nato sui campi di atletica.
TRICOLORE DI MARCIA
Una passione per le scarpette chiodate scoperta ancora adolescente e che lo aveva fatto diventare negli anni Sessanta anche campione italiano di marcia. Un marciatore perfetto, aveva sfiorato anche la convocazione olimpica. Fino agli anni ‘90 risultava essere tra i primi 10 assoluti marciatori in Italia sulla distanza dei 10 km. Dal 2009 al 2014 allenatore alla Trevisatletica. Lo scorso 13 dicembre, pur assente, Simonetta aveva ricevuto il premio dai Veterani dello Sport di Treviso a Palazzo Rinaldi dalle mani dell’ex presidente del Coni, Ottoni e dal vice sindaco Alessandro Manera, grazie anche all’organizzazione di Meri Carraro vera anima del folto gruppo degli ex atleti della Libertas Treviso assieme a Gaetano Mazzeo che da alcuni anni si ritrovavano per un incontro conviviale nel rinverdire i fasti della mitica società di atletica leggera nata sul campo dello Stiore. Anni sui campi di terra rossa battuta e poi in quello di via delle Medaglie d’Oro a San Lazzaro con i mano sempre il cronometro a scandire i tempi dei propri mezzofondisti o velocisti, a far provare lanci o i salti a chi aveva le qualità come saltatore in alto o in lungo. Mario Simonetta era sempre attorniato dall’affetto immenso di tutti i suoi atleti che lui chiamava anche con lunghe telefonate sistematicamente uno ad uno, una mente lucida, ricordava tutto, vivace, allegro e con una voce stentorea talmente forte da battere microfono e megafoni. Verrà sepolto a San Biagio di Callalta.
Il Gazzettino