Trovato morto in casa in un lago di sangue, era seguito dai servizi sociali

La casa di Marco Zamignan
ROVIGO Aveva appena 50anni, compiuti lo scorso novembre. E si è spento improvvisamente all’interno della sua abitazione, a Sant’Apollinare, al numero 7 di via...

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ROVIGO Aveva appena 50anni, compiuti lo scorso novembre. E si è spento improvvisamente all’interno della sua abitazione, a Sant’Apollinare, al numero 7 di via Destra Canal Bianco, a poca distanza dall’Istituto agrario Munerati. Una morte che oltre a lasciare dietro di sé il dolore di amici, parenti e conoscenti, lascia aperto anche qualche interrogativo, al punto che la Procura sembra intenzionata a disporre un’autopsia per dissipare ogni dubbio. Perché il cadavere aveva delle ferite alla testa e in terra c’era del sangue. Tanto sangue. 


Marco Zamignan viveva da solo e soffriva di una patologia neurodegenerativa. Per anni ha avuto lavori saltuari, ed ultimamente era in costante contatto con i Servizi sociali del Comune. Proprio il personale comunale doveva passare da lui ieri mattina, ma quando ha suonato al campanello non ha ricevuto risposta. Anche il telefono squillava a vuoto. È stato così contattato il vicino di casa che lo conosceva bene e aveva le chiavi dell’appartamento. È stato lui ad aprire la porta. Ed è così, riverso a terra, in un lago di sangue, che se lo sono trovati davanti.

INDAGINI APERTE

Subito sono stati chiamati 113 e 118. E se il medico ha potuto solo constatare l'avvenuto decesso, visto il quadro che si è posto agli occhi dei soccorritori, è intervenuta la Squadra Mobile, mentre la polizia scientifica si è occupata dei rilievi tecnici per cristallizzare ogni elemento all'interno dell'abitazione. In realtà ci sono ben pochi dubbi sul fatto che si possa essere trattato di qualcosa di diverso da una morte per cause naturali. La porta era chiusa, né vi erano segni di effrazione. La possibile causa delle ferite alla testa e il conseguente sanguinamento potrebbe essere negli spasmi provocati dalla sua patologia e dal suo cadere e agitarsi nei suoi ultimi istanti di vita. Una tragica agonia.


DISPOSTA L'AUTOPSIA

Tuttavia, in questi casi, è sempre bene escludere ogni dubbio ed è per questo che, nonostante, i primi elementi raccolti dagli investigatori della Mobile abbiano sostanzialmente portato ad escludere che possa esserci stato il coinvolgimento di terze persone e ad escludere, quindi, ipotesi diverse dalla morte naturale, il sostituto procuratore Francesco D'Abrosca, pubblico ministero di turno, subito avvisato del rinvenimento del corpo senza vita, sembra comunque intenzionato a disporre un esame autoptico sulla salma del 50enne, anche alla luce della sua giovane età, per non lasciare nulla di intentato.
Francesco Campi

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Il Gazzettino