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VIGONZA - La sua pizzeria è diventata un punto di riferimento per intere generazioni, conquistate dal piatto da lui stesso inventato: la mozzarella in purgatorio. Vigonza piange Salvatore Naclerio, 75 anni, titolare della storica pizzeria “da Cicillo” a Peraga. Se n’è andato dopo aver lottato per quattro mesi contro la malattia: le sue condizioni si sono aggravate nell’ultima settimana mentre era ricoverato all’ospedale di Padova. E sabato pomeriggio il suo cuore si è fermato. Senso di affaticamento stanchezza e fiato corto: questi i sintomi che a marzo hanno insospettito Salvatore e la sua famiglia. E dopo alcune settimane di visite ed accertamenti, è arrivato l’esito: leucemia. «Papà ha affronto la malattia con grande coraggio ed una forza d’animo incredibili- dice il figlio Marco, che da dieci anni ha preso in mano le redini della pizzeria di famiglia -. La pizzeria era la sua seconda casa, la sua vita. Anche dall’ospedale si raccomandava sempre con noi per tutto quello che c’era da fare nel locale, gli ordini dei prodotti e i rifornimenti; fino all’ultimo il suo pensiero era per il suo lavoro. E poi c’eravamo noi, la sua famiglia: adorava i suoi tre nipoti, Lorenzo, Riccardo e Nicoletta».
DA NAPOLI A PADOVA
Originario di Agerola, in provincia di Napoli, Salvatore Naclerio era arrivato a Padova quando aveva poco più di 13 anni, lavorando prima come aiuto cuoco e pizzaiolo al Columbus di Padova e qualche anno dopo ha gestito per tre anni la pizzeria in Prato della Valle “Il giardinetto” ora Zairo.
IL RITRATTO
Insieme Salvatore ha sempre lavorato anche la moglie Maria Nicoletti, conosciuta e sposata qualche tempo dopo essere arrivato a Padova. Oltre al figlio Marco, la coppia ha anche un’altra figlia Anna. Con gli anni la pizza di Cicillo, e in particolare la sua mozzarella in purgatorio, ha conquistato intere generazioni diventando, senza timore di smentita, una vera e propria istituzione. «Da poco più di dieci anni sono subentrato io alla guida della pizzeria, ma il papà ha continuato a essere presente sempre, insieme alla mamma - dice ancora il figlio Marco-. Grande lavoratore, instancabile, con un occhio sempre attento verso i suoi clienti che sapeva conquistare con la sua simpatia. Nonostante la malattia e le cure che ha dovuto affrontare in questi mesi, non si è mai perso d’animo, non si è mai arreso ed è sempre stato fiducioso tanto da dare forza a noi. Sarà davvero dura andare avanti senza di lui». I funerali di Salvatore non sono stati ancora fissati.
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Il Gazzettino