Sembrava guarito, Mauro ucciso dal male a 36 anni dopo recupero prodigioso

Mauro Libralato
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VEDELAGO - Due anni di malattia, il recupero prodigioso, la ricaduta fatale. Mauro Libralato, 36 anni, di Carpenedo ha lottato con energia e voglia di vivere. Ma martedì il suo cuore si è fermato. «Era una persona buona» dice Luca, uno dei fratelli del giovane, che a stento trattiene le lacrime. La perdita di Mauro ha scosso tutta la frazione. Nonostante il male che lo aveva colpito, Mauro aveva sempre risposto in modo positivo. Si era ammalato due anni fa e nell'agosto 2017 era stato operato una prima volta. La veloce ripresa aveva impressionato tutti: una forza della natura. La famiglia racconta che dopo soli sei mesi già era tornato a fare lo sport che tanto amava. Aveva perfino pedalato per 70 chilometri con il fratello. «Era una roccia» continua Luca. Lavorava alla Germinal Bio di Castelfranco dove faceva il pasticcere da anni: «Anch'io -aggiunge il fratello minore- avevo lavorato con lui, era un esempio per me e per tutti i suoi colleghi».

ANIMO GENTILE In gioventù si era sempre distinto per gentilezza tanto che si era fatto ben volere da tutto il paese. Il tempo libero lo passava con i fratelli e gli amici, facendo sport e cucinando. Le passioni di Mauro erano molte e la voglia di vivere ancora di più. Nessuno si sarebbe mai immaginato che la fine del giovane fosse dietro l'angolo. Dopo la prima operazione il male sembrava debellato. Mauro non si era dato per vinto nemmeno quando lo scorso novembre il male si era ripresentato portando con sè ulteriori complicazioni. Un colpo non facile da digerire ma che non aveva smorzato la positività del ragazzo che anche nella pagina Facebook rispondeva agli amici che gli chiedevano come stesse con un semplice «bene, mi sto rimettendo». 

FINE IMPROVVISA Una decina di giorni fa l'ennesima operazione non era riuscita a scalfire l'animo del giovane. La ripresa sembrava potesse essere molto rapida. Martedì mattina Mauro aveva fatto colazione e preparato il pranzo, poi aveva deciso di fare una breve passeggiata. Tornato a casa si era recato in bagno dove improvvisamente è svenuto. I familiari hanno cercato di rianimarlo fino all'arrivo dell'ambulanza ma ormai non c'era niente da fare. Una fine ingiusta per un guerriero che alla vita aveva ancora troppo da dare.


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Il Gazzettino