Tragedia a Revine Lago. Si arrampica su un albero per raccogliere dei cachi e cade da sei metri d'altezza: è morto

La vittima è Giovanni Da Pont, classe 1938

Giovanni Da Pont con la compagna Rita
REVINE LAGO (TREVISO) - Si arrampica per raccogliere dei frutti da un albero, cade e muore. La tragedia si è consumata ieri sera, 29 novembre, intorno alle 17.30 a Revine...

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REVINE LAGO (TREVISO) - Si arrampica per raccogliere dei frutti da un albero, cade e muore. La tragedia si è consumata ieri sera, 29 novembre, intorno alle 17.30 a Revine Lago all'interno di un terreno privato in via San Francesco. La vittima, Giovanni Da Pont​, classe 1938, stando ai primi accertamenti, è caduto da una scala posizionata vicino ad un albero di cachi ed è caduto da circa sei metri di altezza. Importanti le ferite riportate, l'uomo è deceduto e il suo corpo è stato trovato da un passante e già messo a disposizione dei famigliari per organizzare l'ultimo saluto. 

I SOCCORSI
A lanciare l'allarme due camminatori che verso le 17.30, percorrendo via San Francesco, la strada che dall'abitato di Revine sale in quota fino a Pian de le Femene, hanno scorto l'uomo ai piedi dell'albero di cachi esanime. Quando l'ambulanza del Suem 118 è arrivato sul posto, per Giovanni non c'era più nulla da fare. «Papà era andato a raccogliere cachi poco lontano da casa - ripercorre la figlia Chiara - Penso volesse concludere il lavoro di raccolta dei frutti, fino all'ultimo ramo che era esposto e, probabilmente, ha perso l'equilibrio cadendo da cinque metri e morendo sul colpo, così ci è stato detto dal medico. Purtroppo era da solo». L'incidente è avvenuto poco lontano da casa, in località Col de Pel, dove l'85 risiedeva con la compagnia Rita per una parte dell'anno, mentre gli altri mesi li trascorreva a Belluno. Nato e cresciuto a Milano, negli anni Settanta Da Pont aveva fatto rientro in Veneto con la famiglia, per la precisione a Revine Lago, terra che i suoi genitori avevano lasciato decenni prima per trasferirsi nel capoluogo lombardo. Dipendente Enel, aveva dapprima lavorato a Milano, quindi alle centrali di Vittorio Veneto fino alla pensione. Da una trentina d'anni con la compagnia Rita viveva tra Revine e Belluno. In entrambe le comunità, quella vittoriese e quella bellunese, aveva instaurato profondi legami di amicizia. Come Rita, Giovanni era molto appassionato di bicicletta. Nonostante l'età anagrafica, conduceva una vita molto attiva.

IL RICORDO


«Era molto attivo - testimonia la figlia Chiara - si divideva tra l'orto, il bosco, la bici, la frutta da raccogliere che portava agli amici e ai cugini, ma questa volta non ha potuto terminare il suo lavoro. Faceva parte del circolo ricreativo dell'Enel e dell'associazione bellunese che riunisce i pensionati Enel. Era dinamico, sensibile verso i bisogni degli altri. Era accogliente e aveva sempre una parola per gli altri». Oltre alla compagnia Rita, lascia i figli Walter, Chiara, Andrea e Sergio con le rispettive famiglie. L'addio sarà dato la prossima settimana con rito civile, probabilmente nell'obitorio di Conegliano.

 

 

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Il Gazzettino