Addio a Luciano Scozzai, è morto il "Serpico" della Squadra Mobile di Trieste

Luciano Scozzai nella foto postata su Facebook dal figlio Michele
TRIESTE - Di lui raccontano episodi alla Serpico: un poliziotto senza paura, spregiudicato se necessario. Soprattutto, il suo nome rimbalzò sulle cronache nazionali negli...

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TRIESTE - Di lui raccontano episodi alla Serpico: un poliziotto senza paura, spregiudicato se necessario. Soprattutto, il suo nome rimbalzò sulle cronache nazionali negli anni Novanta perché fu il primo poliziotto infiltrato in una organizzazione criminale. O almeno, così la raccontano, e se non fu il primo sicuramente è stato uno dei primi e tra quelli che meglio ha operato. Luciano Scozzai, morto la notte scorsa a 80 anni all'ospedale di Cattinara, grazie a quelle sue azioni di inserimento celato, dopo due anni sgominò una organizzazione turco-calabrese, facendo arrestare oltre 50 persone.

Scozzai era nato nel 1942 a Tirana quando l'Albania era occupata dal regime italiano, ma presto si trasferì con la famiglia in Friuli Venezia Giulia. Entrato giovanissimo in polizia era presto riuscito a far parte della Squadra Mobile della Questura di Trieste, praticamente finendo per rappresentarne la storia, sotto la guida di Sergio Petrosino e Giuseppe Padulano (che diventerà Questore anni dopo). Infine diresse la Mobile per circa venti anni costituendo un gruppo affiatato ed efficace. Poi, fu trasferito a Bari, alla Direzione Investigativa Antimafia. Chi lo conosceva lo ricorda alla guida di un Maggiolino cabriolet o al manubrio di una Guzzi V7 nera. Mezzi propri ma che, se necessario, utilizzava anche per lavoro.

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Il Gazzettino