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TREVISO Il Conte Calsina ha chiuso il sipario. Non più arringhe della pubblica accusa, non più la radiografia dei mali trevigiani con il sorriso sulle labbra. È mancato al Ca' Foncello a 84 anni Franco Crespan. Ma fino all'ultimo ha sperato di farcela, grazie a un inguaribile, eroico ottimismo. Lui che nel 2018 aveva vinto una forma pesantissima di West Nyle. Ma la leucemia era esplosa a dicembre, costringendolo a letto. «Non si era arreso: scriveva tutto il giorno. Progettava, guardava avanti» conferma la figlia Valentina. Non sempre però si può decidere un finale di commedia. E il destino ha seguito il suo corso. Avanti sempre direbbe forse quel giovane e poi maturo elettrauto con la passionaccia per il teatro e le tradizioni. Che insieme ad Angelo Smeazzetto, Paolo Trevisi e Arturo Malossi aveva restituito a Treviso il suo passato, il culto della lingua, il piacere dei canti e dei balli di un tempo.
L'IMPEGNO
Nel 1960 tutto era iniziato in piazza del Grano col Processo alla vecia.
L'OMAGGIO
A Crespan e al Gruppo folkloristico si deve anche la realizzazione del Museo antropologico delle Case Piavone, vicino alla sede della Provincia. Anche il sindaco Mario Conte lo ricorda con grandissimo affetto: «Un uomo fantastico, innamorato della città, del territorio e delle sue tradizioni, capace di divulgare e trasmettere le nostre radici alle nuove generazioni con un impegno e un entusiasmo inarrivabili. A dicembre gli avevamo consegnato la più alta fra le civiche benemerenze, il Totila d'oro. Il suo nome, la sua bontà e la sua passione resteranno scolpiti per sempre nei nostri cuori e nella storia della nostra Treviso». Crespan lascia la moglie Adele e le tre figlie Valentina, Susanna ed Elisabetta. I funerali saranno celebrati lunedì alle 15.15 nella parrocchia di Santa Maria Maddalena. «Ho chiesto ai miei bambini un ritratto del nonno conclude Valentina. Lo descrivono paziente, generoso, ospitale. E ottimista all'inverosimile».
Il Gazzettino