Addio a Crespan, anima della città, storico appassionato della lingua veneta

Venerdì 5 Marzo 2021 di Elena Filini
Addio a Crespan, anima della città, storico appassionato della lingua veneta

TREVISO Il Conte Calsina ha chiuso il sipario. Non più arringhe della pubblica accusa, non più la radiografia dei mali trevigiani con il sorriso sulle labbra. È mancato al Ca' Foncello a 84 anni Franco Crespan.

Ma fino all'ultimo ha sperato di farcela, grazie a un inguaribile, eroico ottimismo. Lui che nel 2018 aveva vinto una forma pesantissima di West Nyle. Ma la leucemia era esplosa a dicembre, costringendolo a letto. «Non si era arreso: scriveva tutto il giorno. Progettava, guardava avanti» conferma la figlia Valentina. Non sempre però si può decidere un finale di commedia. E il destino ha seguito il suo corso. Avanti sempre direbbe forse quel giovane e poi maturo elettrauto con la passionaccia per il teatro e le tradizioni. Che insieme ad Angelo Smeazzetto, Paolo Trevisi e Arturo Malossi aveva restituito a Treviso il suo passato, il culto della lingua, il piacere dei canti e dei balli di un tempo.


L'IMPEGNO

Nel 1960 tutto era iniziato in piazza del Grano col Processo alla vecia. Poi nel 1968 era nato il Gruppo folkloristico. Ma Crespan era anche l'animatore, insieme a Malossi, del veglioncino dei bambini al Teatro Comunale. «Con chiunque parlava solo ed esclusivamente in dialetto veneto anticipando, con chi conosceva, che era l'unica lingua che sapeva. Ma così facendo esprimeva la sua cultura profonda, una conoscenza universale, ancorata in quelle tradizioni della nostra terra che ha riscoperto, valorizzato e difeso per tutta la sua vita». Così il presidente della Regione Luca Zaia ricorda Franco Crespan, lo storico fondatore e presidente del Gruppo folkloristico trevigiano. «Negli anni Settanta, quando sembrava che quasi ci si dovesse vergognare delle tradizioni popolari prosegue il governatore.  Grespan ne fece una bandiera che portò in tutto il mondo nel grande circuito dei festival folkloristici internazionali. Fu una grandissima intuizione che portò il Veneto più vicino ai nostri emigranti ma anche che portò a casa nostra kermesse popolari con partecipazioni da tutto il mondo, come quella che chiude l'estate a Treviso».


L'OMAGGIO

A Crespan e al Gruppo folkloristico si deve anche la realizzazione del Museo antropologico delle Case Piavone, vicino alla sede della Provincia. Anche il sindaco Mario Conte lo ricorda con grandissimo affetto: «Un uomo fantastico, innamorato della città, del territorio e delle sue tradizioni, capace di divulgare e trasmettere le nostre radici alle nuove generazioni con un impegno e un entusiasmo inarrivabili. A dicembre gli avevamo consegnato la più alta fra le civiche benemerenze, il Totila d'oro. Il suo nome, la sua bontà e la sua passione resteranno scolpiti per sempre nei nostri cuori e nella storia della nostra Treviso». Crespan lascia la moglie Adele e le tre figlie Valentina, Susanna ed Elisabetta. I funerali saranno celebrati lunedì alle 15.15 nella parrocchia di Santa Maria Maddalena. «Ho chiesto ai miei bambini un ritratto del nonno conclude Valentina. Lo descrivono paziente, generoso, ospitale. E ottimista all'inverosimile».
 

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