La carezza della mamma, poi la morte: addio a Giuseppe, disabile guerriero

Giuseppe Santovito
Giuseppe Santovito si è spento ieri notte sul suo letto dopo la carezza della sua mamma. Aveva 51 anni, Giuseppe, originario della Valtellina, era arrivato a Castelfranco...

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Giuseppe Santovito si è spento ieri notte sul suo letto dopo la carezza della sua mamma. Aveva 51 anni, Giuseppe, originario della Valtellina, era arrivato a Castelfranco all’età di 3 anni insieme alla sua famiglia, mamma Adriana Trucillo, papà Arturo Santovito e i due fratelli maggiori, Gianfranco e Giusy. Da subito si è rivelato essere un bambino speciale, con una diagnosi di un grave ritardo mentale e di epilessia, ma è sempre stato circondato da tanto amore. Lo stesso sentimento che lo ha accompagnato anche la sera del primo aprile quando, appena passata la mezzanotte è venuto a mancare, sul letto di casa sua nella cameretta che condivideva insieme alla mamma nella loro casa.


LA TRAGEDIA
“Quella di martedì era stata una giornata impegnativa per Giuseppe, aveva avuto delle crisi epilettiche per tutto il giorno ma alla sera sembrava respirasse meglio – afferma Trucillo – Intorno alle 22 gli ho fatto una carezza e ci siamo messi a dormire nei letti vicini, come facevamo sempre. A mezzanotte mi sono svegliata, l’ho guardato, mi sono avvicinata a lui e l’ho toccato, era freddo. Ho chiamato subito il 118, hanno cercato di rianimarlo per circa mezz’ora ma non c’è stato niente da fare. Il nostro cucciolo se n’è andato circondato dall’amore che per lui era il valore più importante”. In questi anni la sua famiglia ha lottato per far sì che, nonostante le sue difficoltà, Giuseppe potesse avere le stesse opportunità degli altri ragazzi della sua età puntando anche sulla sua capacità mnemonica. “Ogni mattina quando gli facevo la barba gli cantavo Azzurro di Celentano, la sua canzone preferita – afferma – Io cantavo l’inizio e lui la continuava”.
IL RICORDO

Sin da quando era piccolo ha infatti frequentato dei centri dedicati alle persone diversamente abili, con un primo inserimento all’Aia e poi, nel 2001 al centro Atlantis come ospite diurno dalle 8.30 alle 16, tutti i giorni. “A Giuseppe piaceva molto stare in mezzo alle persone, non parlava molto ma comunicava con le espressioni del volto e con i sorrisi. Era sempre sorridente, il suo sguardo parlava per lui – ricorda la mamma – Gli piaceva bere il caffè in centro a Castelfranco e fino a quando è riuscito, anche camminare. Nel 2001 camminavamo tantissimo, sotto i portici, in centro e insieme a Giusy abbiamo anche preso parte a diverse corse del Giorgione facendo i 7 chilometri”. Quando non è più riuscito a camminare, Giuseppe è stato promotore dell’abbattimento di alcune barriere architettoniche del centro storico durante l’amministrazione guidata da Maria Gomierato dando vita al “progetto Adriano”. In particolare uno smussamento del marciapiede vicino alla farmacia la Gatta e vicino alla banca del centro. L’ultimo saluto in forma privata a Giuseppe sarà dato venerdì. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino