PADOVA/VIGONOVO - Roberto Bennato, 51 anni, non ce l'ha fatta a sconfiggere il temibile microbatterio “Mycobacterium Chimaera”, un microrganismo normalmente...
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Dopo l’esperienza maturata all’estero, aveva deciso di rientrare definitivamente a Padova per lavorare nell’azienda di famiglia, con la mansione che più prediligeva: guidare i camion. Cinque anni fa iniziano i primi sintomi del male, con l'inizio del calvario, intervallato da lunghi periodi di ricovero in ospedale e terapie pesantissime. Roberto viene ricoverato all’ospedale San Bortolo di Vicenza per una semplice operazione a una valvola mitrale. Qualcosa però non gira per il verso giusto. Viene sottoposto ad un intervento chirurgico per un “soffio al cuore”, e durante l’operazione, dice la famiglia, contrae il temibile batterio Chimaera, responsabile del decesso di altri 16 pazienti in Veneto. Un batterio mortale quindi, che può trasformarsi in un agente patogeno pericolossimo e resistente a diversi trattamenti farmacologici. Da quel momento in poi inizia un graduale decadimento fisico, con una consistente perdita di peso e con il batterio che inizia senza sosta ad "incanalarsi" all'interno del corpo.
(Roberto Bennato, a sinistra, con alcuni colleghi di lavoro)
Il micro batterio intacca tutti gli organi vitali, dal fegato ai polmoni, fino ad arrivare al pancreas, determinando un quadro clinico complesso. Il personale medico a quel punto inizia con una terapia d'urto a base di forti antibiotici, che allungano la vita dello sfortunato paziente, ma che provocano inevitabilmente danni irreversibili agli organi. Dopo un consulto con i familgiari e l'insorgenza improvvisa di una grave pancreatite, Roberto Bennato viene ricoverato d'urgenza all'ospedale di Mirano, poi a Dolo, ed infine all'Angelo di Mestre, dove dopo un mese e mezzo di agonia, tenuto in vita da sacche alimentari, cateteri, e dalla ventilazione forzata, muore davanti allo sguardo della madre Sandra, sconvolta dal dolore.
I fratelli Massimo, Mauro, Antonella e Fabio, tutti appartenenti all'azienda di famiglia, hanno voluto ricordare il profilo del fratello Roberto, dopo cinque anni sfortunati, vissuti lungo i corridoi di un ospedale. «Roberto è sempre stata una persona che ha svolto il suo ruolo all'interno dell'azienda dietro le quinte - spiegano addolorati i fratelli -. Un ragazzo sorridente, tenace, con l'animo buono, che ha sempre amato la vita, i viaggi. Era un grande appassionato di modellismo, soprattutto di trenini e barche. Lo vogliamo accostare al nostro caro padre Ulisse, soprattutto per la sua enorme somiglianza, alto e con due mani enormi, da grande lavoratore. Roberto ha sofferto in silenzio, riuscendo sempre a conservare il sorriso, fino a quindici giorni prima di morire. Ci mancherà moltissimo». Roberto Bennato lascia nel dolore la mamma Sandra, i fratelli Massimo, Antonella, Mauro e Fabio, le cognate e i nipoti. I funerali si svolgono sabato 27 giugno mattina nella chiesa parrocchiale di Vigonovo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino