NOVENTA PADOVANA - Un giovane ingegnere di Noventa Padovana stroncato da un aneurisma cerebrale il 2 aprile scorso, mentre si trovava a Lione per lavoro. Soltanto l'altro...
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I famigliari, che hanno dato l'assenso per la donazione di cuore, polmoni e fegato, hanno avuto la possibilità di recarsi poche ore a Lione a ridosso della morte del figlio, ma sono subito dovuti rientrare a casa per l'emergenza Coronavirus. L'altro giorno, dopo l'apertura dei confini hanno effettuato un secondo viaggio per riportare a casa le ceneri. Oltre al papà Michele il giovane ingegnere lascia nello strazio la mamma Antonella Galvan, impiegata al comune di Noventa Padovana e la sorella Ilaria. «Nostro figlio - ha proseguito il padre - non ha mai sofferto di particolari patologie. Conduceva una vita sana e regolare tra lavoro, sport e famiglia. Purtroppo è rimasto vittima di un tragico destino che ce l'ha portato via per sempre». Nonostante la giovane età il ventiseienne scomparso ha viaggiato parecchio, ora il suo sogno era quello di visitare l'Australia e poi farsi una famiglia. A Noventa Padovana dove ha vissuto buona parte della sua vita Alberto ha lasciato tanti amici che nel corso degli anni hanno imparato ad apprezzarlo e ad amarlo. E' stato per parecchio tempo membro dell'associazione degli scout di Noventa. Dopo aver giocato con risultati lusinghieri a calcio e a calcio a 5, il giovane ingegnere scomparso qualche anno fa si è innamorato del gioco del frisbee. In poco tempo è diventato un campioncino ed è entrato a far parte della società "Padova Ultimate Frisbee". Con il club biancoscudato e il Fano ha disputato anche alcune sfide di Champions. I suoi continui miglioramenti gli hanno consentito di entrare nel giro della Nazionale dove ha partecipato anche ad un campionato del mondo.
«Alberto - ha concluso papà Michele - incarnava il classico figlio che credeva in un futuro migliore. Adorava studiare e grazie a questa passione si è laureato in ingegneria e architettura. In due diverse stagioni ha studiato all'estero con il progetto erasmus prima ad Istanbul e poi a Lione. Proprio durante quest'ultima esperienza si è innamorato di questo centro e alla prima buona occasione professionale ha deciso di stabilirsi nella città transalpina». Per i familiari di Alberto il dolore è stato enorme. Oltre alla disgrazia si è sommata l'impossibilità di riportare a casa le spoglie del foglio per l'emergenza Coronavirus. In questi mesi da aprile fino ad ora Michele e Antonella con la sorella Ilaria hanno sofferto in silenzio, hanno fatto quadrato tra loro per rendere questo dolore più sopportabile. Domani a partire dalle 9,30 è previsto un momento di preghiera dove non mancheranno tutte quelle figure che hanno caratterizzato la breve, ma intensa vita di Alberto. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino