Ingegnere 26enne ucciso da aneurisma a Lione dov'era per lavoro: riportate a casa le ceneri

Venerdì 26 Giugno 2020 di Cesare Arcolini
Alberto Greggio
NOVENTA PADOVANA - Un giovane ingegnere di Noventa Padovana stroncato da un aneurisma cerebrale il 2 aprile scorso, mentre si trovava a Lione per lavoro. Soltanto l'altro giorno i genitori hanno potuto riportare a casa le sue ceneri e domani, alle 9,30, negli spazi verdi dell'ex Fornace di via Noventana verrà celebrato un momento di preghiera con amici, conoscenti e familiari più stretti. Alberto Greggio era nato il primo novembre di 26 anni fa. Classico ragazzo sportivo, amante della compagnia, un collante nelle comitive grazie alla sua simpatia e ad un sorriso contagioso. Da un anno lavorava in un'azienda di Lione specializzata nella sicurezza nucleare. Il padre Michele Greggio ha ricostruito quanto accaduto ad inizio aprile: «Mio figlio Michele viveva a Lione con la fidanzata, a causa del Covid-19 lavorava in smart working. Il 26 marzo si è sentito male. La fidanzata ha subito chiamato i soccorsi, ma quando sono arrivati Alberto stava già male. Il 2 aprile è sopraggiunto il decesso per aneurisma cerebrale».



I famigliari, che hanno dato l'assenso per la donazione di cuore, polmoni e fegato, hanno avuto la possibilità di recarsi poche ore a Lione a ridosso della morte del figlio, ma sono subito dovuti rientrare a casa per l'emergenza Coronavirus. L'altro giorno, dopo l'apertura dei confini hanno effettuato un secondo viaggio per riportare a casa le ceneri. Oltre al papà Michele il giovane ingegnere lascia nello strazio la mamma Antonella Galvan, impiegata al comune di Noventa Padovana e la sorella Ilaria. «Nostro figlio - ha proseguito il padre - non ha mai sofferto di particolari patologie. Conduceva una vita sana e regolare tra lavoro, sport e famiglia. Purtroppo è rimasto vittima di un tragico destino che ce l'ha portato via per sempre». Nonostante la giovane età il ventiseienne scomparso ha viaggiato parecchio, ora il suo sogno era quello di visitare l'Australia e poi farsi una famiglia. A Noventa Padovana dove ha vissuto buona parte della sua vita Alberto ha lasciato tanti amici che nel corso degli anni hanno imparato ad apprezzarlo e ad amarlo. E' stato per parecchio tempo membro dell'associazione degli scout di Noventa. Dopo aver giocato con risultati lusinghieri a calcio e a calcio a 5, il giovane ingegnere scomparso qualche anno fa si è innamorato del gioco del frisbee. In poco tempo è diventato un campioncino ed è entrato a far parte della società "Padova Ultimate Frisbee". Con il club biancoscudato e il Fano ha disputato anche alcune sfide di Champions. I suoi continui miglioramenti gli hanno consentito di entrare nel giro della Nazionale dove ha partecipato anche ad un campionato del mondo.

«Alberto - ha concluso papà Michele - incarnava il classico figlio che credeva in un futuro migliore. Adorava studiare e grazie a questa passione si è laureato in ingegneria e architettura. In due diverse stagioni ha studiato all'estero con il progetto erasmus prima ad Istanbul e poi a Lione. Proprio durante quest'ultima esperienza si è innamorato di questo centro e alla prima buona occasione professionale ha deciso di stabilirsi nella città transalpina». Per i familiari di Alberto il dolore è stato enorme. Oltre alla disgrazia si è sommata l'impossibilità di riportare a casa le spoglie del foglio per l'emergenza Coronavirus. In questi mesi da aprile fino ad ora Michele e Antonella con la sorella Ilaria hanno sofferto in silenzio, hanno fatto quadrato tra loro per rendere questo dolore più sopportabile. Domani a partire dalle 9,30 è previsto un momento di preghiera dove non mancheranno tutte quelle figure che hanno caratterizzato la breve, ma intensa vita di Alberto.
Ultimo aggiornamento: 11:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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