Addio ad Agostino Brotto, architetto e storico. Ricordava i "segreti" di papà Giovanni, mitico ciclista degli anni epici

Agostino Brotto Pastega
CASSOLA - A 71 anni se n'è andato Agostino Brotto Pastega, architetto, storico e studioso meticoloso, una figura pubblicamente poco visibile, ma tantissimo attraverso...

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CASSOLA - A 71 anni se n'è andato Agostino Brotto Pastega, architetto, storico e studioso meticoloso, una figura pubblicamente poco visibile, ma tantissimo attraverso libri e articoli con cui ha raccontato molti particolari delle vicende della storia locale e non solo. Agostino Brotto viveva in centro a Cassola, paese a cui tra l'altro aveva dedicato cure e titoli nella sua carriera di storico. Figura molto riservata e meticolosa, è sempre stato puntuale nei suoi scritti, frutto di lunghi e appassionati studi.

Lascia i fratelli Giampietro e Antonio, le cognate Antonella e Tiziana e i nipoti. L'addio è previsto sabato 2 luglio nella parrocchiale di Cassola, alle 10. Poi la salma proseguirà per la cremazione. La famiglia chiede non fiori ma opere di bene.

Attivo fino all'ultimo

Agostino Brotto è stato attivo e prolifico fino all'ultimo. Oltre ai molti libri, ha firmato numerose monografie sul periodico "L'illustre bassanese" dedicate a personaggi della storia locale. Proprio poche settimane fa aveva presentato di persona al civico museo, con gli Amici del Museo, l'ultima pubblicazione dedicata a Giacomo Casa, un pittore bassanese. L'editore Andrea Minchio lo ricorda come "studioso attento e meticoloso, ricercatore raffinato, pittore e restauratore talentuoso". E ricorda che si era diplomato all'Accademia di Belle Arti di Venezia in pittura, e si era poi laureato allo Iuav. E proprio in quell'Ateneo, nel 1983, era nata la solida amicizia tra i due, poi sfociata nella collaborazione con “L’Illustre bassanese”. 

Scavava nelle storie "minori"

Gli piacevano le storie apparentemente "minori", come ad  esempio quella dell'organaro (costruttore di organi)  Giuseppe Giacobbi "Maggiotto", un artigiano artista che nel corso dell'800 realizzò decine e decine di organi nelle chiese venete. Pochi anni fa era tornata in auge la storia che lui aveva raccontato di questa straordinaria bottega di organaro che aveva creato per la sua Cassola, dove era nato e dove era tornato dopo molti anni di lavoro lontano, un organo capolavoro. Era, scrisse Agostino Brotto Pastega, il venticinquesimo organo che realizzava e la sua fama cresceva. L'organo cassolese venne inaugurato e collaudato alla presenza di un pubblico estasiato nel 1849. E nella vicina Casoni i parrocchiani iniziarono a pensare che loro non erano da meno dei loro "cugini" cassolesi. E mentre la ditta Giuseppe Giacobbi e figli si trasferì nella Marca per eseguire restauri di organi, maturarono l'idea di affidare al maestro l'incarico di creare anche per loro un organo di prestigio. E già nel 1852 anche Casoni poteva inugurare il nuovo, splendido organo.

Figlio di Giovanni, mitico ciclista degli anni epici

Ma in particolare Agostino Brotto era il figlio di Giovanni Brotto, mitico ciclista del periodo storico, professionista tra il 1939 ed il 1951, scomparso a 95 anni nel 2012, un grande gregario che corse con i Coppi, i Guerra, i Bartali, e che del Ginettaccio era amico stretto, tanto che il toscano arrivava spesso, fino all'ultimo, a trovarlo a Cassola, nella casa di via Roma. 

Del papà, Agostino raccontava con piacere le gesta, come ad esempio qualche storia galante avvenuta prima di mettere su famiglia, da giovane promessa delle due ruote, e ci spiegò che preferiva la bici allo studio e anche se il padre, benvoluto sindaco di Cassola, gli incatenava la bicicletta in granaio, lui voleva solo macinare chilometri sui pedali. E raccontò che papà Giovanni nel dopoguerra lascià l'agonismo, ma non la bicicletta che inforcò abitualmente fino alla soglia dei 90 anni: la sua biciclettata preferita era quella fino in cima al Grappa. Agostino Brotto conobbe tutti i campioni che erano passati da casa: «Con Bartali mio padre si sentiva spessissimo, l'ultima telefonata fu nel 2000, poche settimane prima della morte del grande toscano» ci spiegò Agostino.

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Il Gazzettino