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CHIOGGIA - Nadia Vianello, 79 anni, era la madre, Barbara Voltolina, 50 anni, la figlia. Le hanno trovate entrambe morte, nella loro casa all'isola dei Saloni, ieri pomeriggio alle 14.30, i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato di Chioggia. A lanciare l'allarme era stata una vicina di casa che non le vedeva da giorni e che, conoscendo la situazione in cui vivevano le due donne, aveva temuto il peggio. E, purtroppo, aveva ragione. «Avevo visto Barbara l'ultima volta il 3 gennaio. Stava uscendo di casa, con un trolley, probabilmente per andare a fare un po' di spesa. Poi non l'ho più vista. Avevo bussato e suonato diverse volte, senza avere risposta. Ieri, non vedendo neppure la luce dalle finestre, ho chiamato i soccorsi». Potrebbe sembrare uno scrupolo eccessivo, visto che le due donne vivevano isolate dal mondo e non solo non chiedevano aiuto, ma lo hanno anche rifiutato ogni qualvolta gli veniva offerto. Eppure, nella loro solitudine avevano delle abitudini precise, quasi maniacali. Per esempio, di giorno, le finestre della loro abitazione erano sempre chiuse ma, di sera, alzavano le tapparelle e si vedeva la luce all'interno. Per le loro necessità quotidiane, era la figlia ad uscire (come, appunto, l'aveva vista la vicina) dal momento che la madre era quasi costretta a letto.
COMUNICAZIONI SCRITTE
Con gli altri condomini comunicavano per iscritto, mettendo una lettera nella cassetta di posta del capo condominio e, dal padrone di casa, si facevano sentire, di quando in quando, per telefono.
CHIUSE TRA LORO
Una disgrazia annunciata, si potrebbe dire. Ma cosa ha portato le due donne ad isolarsi dal mondo? «Nadia era vedova da molti anni e viveva, fino all'anno scorso, con due figlie. Stefania e Barbara. Stefania, di due anni più giovane della sorella, è morta l'anno scorso. La madre diceva che aveva preso qualcosa che le aveva fatto male. Io ricordo solo che era molto magra. Le due donne vivevano con poco, forse solo con la pensione dell'anziana, perché Barbara aveva sì lavorato, in passato, ma non so come fosse messa economicamente». L'immagine che risulta di questa famiglia, quindi, è quella di un gruppo di donne sole che si sono progressivamente sempre più rinchiuse in se stesse, accumulando disagio e sempre più incapaci di uscirne. Ieri i vigili del fuoco, per entrare nell'appartamento al primo piano, hanno dovuto rompere una finestra. Poi hanno lasciato il posto agli agenti della polizia di Stato che hanno effettuato un sopralluogo e sgombrato, per quanto possibile, il luogo della tragedia da materiali e rifiuti che ostacolavano le operazioni. I vigili del fuoco hanno chiuso il contatore del gas, come è prassi in questi casi, l'appartamento è stato sigillato e posto sotto sequestro in attesa degli eventuali ulteriori accertamenti che la polizia scientifica potrà condurre nei prossimi giorni per cercare di capire qualcosa di più, se mai ve ne fosse bisogno, di questo dramma della solitudine.
Il Gazzettino