Addio a Laura Dondi Dall'Orologio, la marchesa degli animali: «Si è accasciata sulla porta»

Laura Dondi Dall'Orologio
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PADOVA - «Una persona semplice, deliziosa, si prodigava per tutti, persone e animali. Ha dato davvero tanto». Sono le parole di Jacopo Dondi sulla zia appena scomparsa, la marchesa Laura Dondi Dall'Orologio, 86 anni, da tutti conosciuta come la contessa.


«Domenica sera siamo rimaste a chiacchierare in giardino fino alle 19.30 aggiunge la cognata Adriana. Ci siamo alzate e una volta arrivate alla porta si è accasciata. Un arresto cardiaco ce l'ha portata via». Trasferita d'urgenza all'ospedale di Piove di Sacco, è mancata nella notte. La marchesa Dondi veniva da una delle più antiche famiglie aristocratiche padovane. Il capostipite fu il chioggiotto Jacopo Dondi, medico, astronomo e orologiaio che assieme al figlio Giovanni realizzò l'orologio astronomico che si può ammirare ancora oggi in piazza dei Signori. Da quel momento la famiglia fu conosciuta come Dondi Dall'Orologio. Nobile di nascita ma umile di cuore. 
«Aiutava chiunque: le famiglie del quartiere, chi per strada chiedeva qualche spicciolo, gli animali continua il nipote. A volte è capitato di litigare con i vicini perché lei dava briciole di pane ai piccioni. Qualsiasi creatura vivente ha il diritto di stare bene diceva». La sua è stata una vita dedicata al prossimo e, in particolare, alla realizzazione di canili dove i trovatelli potessero trovare un posto sicuro.
«Sono tante le cose che ho imparato da lei ha detto Giovanni Tonelotto, presidente della Lega nazionale per la difesa del cane di Cittadella e direttore del canile di Presina, a Piazzola sul Brenta. È stata lei l'ispirazione per la costruzione del canile di Presina. Con il fratello Francesco ha realizzato il canile di Cona che è davvero un paradiso. Pulizia e accoglienza erano le sue parole d'ordine. A Pasqua e Natale mandava lettere e cartoline a chiunque per raccogliere fondi, ed erano così belli, delicati. Il suo apporto è stato straordinario, una donna eccezionale».
Per un Natale di qualche anno fa Laura, moglie del nipote della marchesa Jacopo, le ha dedicato una poesia: «Abbiamo una zia molto speciale, in vestaglia per il giardino la vedi girare. Quando non sai dove trovarla è sulla poltrona a lavorare a maglia, a fare parole crociate o a leggere il giornale per non potersi annoiare Lei ha un animo dolce e un cuore gentile perché nessuno vuol veder soffrire, così da sempre la sua missione è aiutare il prossimo, che sia un uomo, un cane, un gatto o un piccione. Questa di lei è la dote più bella che la fa tra tutti brillare come una stella». 
Aveva cominciato la sua attività per gli animali negli anni Sessanta. Con il fratello e il marito Alberto Giamosa aveva preso le redini del rifugio di Rubano, facendolo diventare un punto di riferimento per tutti coloro che dirigevano canili. E nel 1991 l'opera più grande, il parco zoofilo di Cona: un'area di 30mila metri quadrati ricca di verde e corsi d'acqua. Più di recente è uscito uno dei suoi diversi libri, scritto in dialetto veneto, Cani e altro la mia vita per gli animali, il cui ricavato va ancor oggi a finanziare tutte le attività da lei create.

« Non veniva mai in canile ha aggiunto Tonelotto. Non voleva farsi prendere dall'emozione, il suo operato doveva mantenersi razionale, concreto. Ha avuto diversi cani domestici e tutti li chiamava Piccolo o Piccola». Nel 2016 ha ricevuto il riconoscimento di Padovana eccellente. Il funerale si terrà domani, 27 ottobre, alle 15.30 al santuario della Madonna Pellegrina. Poi verrà seppellita nella cappella di famiglia al Cimitero Maggiore. 

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Il Gazzettino