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ROVIGO - C'è un proiettile nella testa della mamma di Ariano, Rkia Hannaoui. L'autopsia, che si è svolta oggi, 3 aprile, ha confermato l'ipotesi fatta dagli investigatori dopo la tac cerebrale: mercoledì 29 marzo la procura di Rovigo parlava di ferimento alla testa «presumibilmente a causa di un proiettile» facendo intendere che per la conferma o l'eventuale smentita serviva l'esito dell'autopsia. Esito che è arrivato puntuale oggi.
Rkia Hannaoui, 31 anni, casalinga marocchina residente ad Ariano Polesine, è stata dichiarata morta il 29 marzo.
Nemmeno 24 ore dopo la commissione medica ne ha decretato la morte. Uno dei due figli della vittima ha detto agli investigatori di aver visto la mamma cadere sui fornelli prima di stramazzare sul pavimento. A chiamare i soccorsi è stato il vicino di casa al quale, il giorno dopo, sono stati sequestrati i fucili, mentre all'appello mancava una pistola. Il fascicolo alla procura è stato aperto per il reato di omicidio ma, fino all'ultima nota della procura, era contro ignoti.
Il marito
Lebdaoui Asmaoui, 52 anni, il marito di Rkia, anche lui marocchino, e distrutto dal dolore non è sospettato: ha infatti un alibi di ferro. Era al lavoro in un altro luogo, con altre persone, al momento della tragedia. Oggi ci sono stati scavi e rilievi nel giardino di Rkia, si cerca l'arma del delitto.
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Il Gazzettino