Muore imprigionata nell'auto finita nel canale: «Mi sono subito buttato ma il portellone non si apriva»

Muore imprigionata nell'auto finita nel canale: «Mi sono subito buttato ma il portellone non si apriva»
TREPORTI «Il mio unico pensiero è stato quello di gettarmi in acqua e provare a salvare quella persona». Lo sguardo è rivolto costantemente verso il...

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TREPORTI «Il mio unico pensiero è stato quello di gettarmi in acqua e provare a salvare quella persona». Lo sguardo è rivolto costantemente verso il canale di Saccagnana. La voce che lascia trasparire un dolore difficile da cancellare. Lui è Alberto Smerghetto, 45 anni, residente di Treporti, ma soprattutto è la persona che ieri mattina senza alcuna esitazione si è gettato nelle gelide acque del canale che scorre lungo l'abitato treportino per cercare di salvare Milena Zanella



 
Un tentativo coraggioso ma vano, sfumato per poco e che per questo aumenta il dolore di questa terribile tragedia. «Ero uscito da casa da trenta secondi racconta Alberto praticamente appena mi sono immesso con la mia auto su via di Saccagnana ho visto l'auto della donna sbandare. Prima si è scontrata contro il cordolo e poi contro un mototopo ormeggiato. A quel punto è finita in acqua».
 
Di fronte a quell'immagine Alberto non ci ha poi messo molto a capire la tragedia che si stava consumando in quei momenti. «Mi sono reso conto immediatamente che l'unica cosa da fare era quella di tuffarmi in acqua continua nel suo racconto mi sono tolto le scarpe, il giubbotto e mi sono tuffato. Ho fatto appena in tempo a entrare in acqua che l'auto dalla riva si era spostata verso il centro del canale iniziando a inabissarsi. Tutto si è svolto in pochi minuti, tre o quattro al massimo. Mi sono mosso in velocità ma anche con cautela, evitando di gettare del peso contro l'auto».
 
LA PORTIERA BLOCCATA
Per diversi secondi il 45enne ha cercato di aprire il portellone del bagagliaio. «Era l'unica parte emersa, il resto era sott'acqua continua nel suo racconto purtroppo era bloccato, vedevo la donna dietro, probabilmente qualche istante prima aveva provato anche lei a fare lo stesso. Ho fatto di tutto ma non è bastato, ad aiutarmi sono arrivate anche altre persone a bordo di una barca. Purtroppo non ci siamo riusciti». Di fronte alla drammaticità di quel momento, Smerghetto, confessa di non aver temuto per la sua vita. «Mi sono tuffato con i vestiti addosso conclude il suo racconto che in qualche maniera, soprattutto all'inizio, mi hanno riparato dal freddo. Quando ho visto l'auto entrare nel canale ho fatto l'unica cosa che andava fatta, altri al mio posto avrebbero fatto altrettanto. Mi dispiace moltissimo, Milena era conosciuta e benvoluta da tutto il paese». 

IL SECONDO SOCCORSO

Ad intervenire per cercare di salvare la donna è stato anche l'imprenditore treportino Gabriele Bisetto, che ha cercato di raggiungere l'auto a bordo della sua barca, ancora a poca distanza dal luogo dell'incidente. «Abbiamo sentito le urla di aiuto di chi si era fermato dice Senza esitazione io e mio fratello siamo saliti nella barca, cercando di raggiungere l'auto. Volevamo provare ad ancorarla con delle corde per tenera in superficie ma purtroppo è affondata velocemente, nei primi momenti c'era solo il retro della macchina in superficie ma in pochi istanti l'auto si è inabissata completante. A quel punto non abbiamo potuto fare più nulla.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino