Padova. Addio Anita, operatrice socio sanitaria morta a 53 anni. Già malata, è stata stroncata da una polmonite

Anita Faccin
PADOVA - Anita Faccin è morta a 53 anni. Era operatrice socio sanitaria in servizio all'Ulss 6. Lascia il marito e un figlio. Colleghi e amici la ricordano come una...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - Anita Faccin è morta a 53 anni. Era operatrice socio sanitaria in servizio all'Ulss 6. Lascia il marito e un figlio. Colleghi e amici la ricordano come una persona solare e piena di vita, sempre pronta ad aiutare il prossimo.

Il funerale si terrà martedì 11 aprile alle 15.30 nel Duomo di San Martino di Lupari. La famiglia ha chiesto che invece di donare fiori si facciano donazioni all'Airc per la ricerca sul cancro.

«Mia moglie era una persona buona: era malata, è vero, ma spesso se ne dimenticava e affrontava la vita con quella curiosità e quella spensieratezza tipiche di chi ha una profonda fiducia e un grande rispetto nei confronti della vita». A parlare è Giovanni, anche lui dipendente Ulss presso il nosocomio di Cittadella dove, dal 2007, si occupa di medicina necroscopica: sua moglie se n’è andata per le complicanze che una polmonite ha inflitto al suo corpo già gravemente colpito dalla malattia. Anita aveva prestato lavoro come operatrice socio sanitaria in diversi reparti, dalla Medicina Generale, all’Anestesia e Rianimazione, fino all’Ortopedia per poi passare, negli ultimi anni, alla segreteria dell’ambulatorio di Cardiologia. Nel 2018 aveva dovuto abbandonare i suoi colleghi per pensare alla salute. «Il mio ringraziamento va a chi, non solo nelle ultime settimane, ma anche negli ultimi anni di vita di mia moglie, le è stato vicino; frequentavamo spesso l’ospedale di Cittadella, dall’Oncologia alla Pneumologia, dalla Medicina Generale fino al Pronto Soccorso e abbiamo sempre trovato medici e infermieri dalle spiccate doti umane, oltre che professionali. Il mio grazie, che viene dal cuore, va a tutto il personale di questi reparti».

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino