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TREVISO - «È un dolore che non mi dà pace. Avevamo tre figlie, ora ne sono rimaste due. In questa casa c'è vuoto, un vuoto che non so misurare». Papà Rachid ha un groppo in gola mentre parla. Venerdì sera è morta, nell'appartamento al terzo piano di via Castellana 17, la sua piccola Jinan, di appena 2 mesi. Era nata il 28 aprile scorso. La causa più probabile è quella di un rigurgito. Ma il magistrato di turno sta valutando se disporre l'autopsia sul corpicino.
IL RACCONTO
Gli attimi della tragedia vengono scanditi da papà Rachid come se ogni parola gli costasse la fatica di una vita intera. «Mia moglie era sola con le figlie. Io ero a Padova. Verso le 19 ha cominciato ad allattare le due gemelle - perchè Jinan aveva una gemella - Prima ha allattato Jinan, un po' al seno e un po' con il biberon.
IL DOLORE
«Mia moglie ha avuto una notte difficile, ha pianto tanto. Non sapeva darsi pace. Adesso dorme on la figlia di 4 anni e l'altra gemella» racconta Rachid e gira il capo verso la camera da letto, quasi a proteggere il resto della sua famiglia. Abitano in via Castellana, al civico 17, e due mesi fa l'arrivo di due gemelline aveva allietato i genitori. Il fiocco rosa alla porta ne è muto testimone. «Mia moglie voleva tanto i gemelli, aveva pregato e sperato. Poi, il miracolo si era avverato. Il ginecologo aveva confermato Signora aspetta due gemelli. Abbiamo toccato il cielo con un dito. E ora siamo finiti nel baratro. Mi sembra di non vedere più la luce». Papà Rachid è arrivato da Casablanca, in Marocco, 25 anni fa. La moglie, invece, a Treviso è sbarcata nemmeno 4 anni fa. Praticamente l'età della loro prima figlia.
Il papà lavora come magazziniere. La mamma è casalinga. «Sono momentaneamente disoccupato perchè voglio stare vicino alla moglie, sa con due gemelli la quotidianità è dura». Quindi non accetta più lavori a giornata a Conegliano, od Oderzo. «Me ne proponevano ma voglio essere con la moglie e le figlie, aiuto a preparare la cena e a dare il biberon. Usiamo latte di prima qualità, mi costa parecchio. Preferisco mangiare pane e latte che togliere qualcosa a loro». Poi si ferma. «Aspetto la decisione del magistrato e spero di sapere cosa è successo. Chissà che, dopo, potrò tentare di ricominciare a vivere».
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Il Gazzettino