Il patriarca Moraglia, un Natale di preoccupazioni: «In ballo c'è anche la tenuta economica»

Francesco Moraglia
«Purtroppo la pandemia continua a farci soffrire, aggiungendo dolore a dolore, fatica a fatica. Non sono, quindi, solo i troppi lutti, le guarigioni faticose e non scontate,...

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«Purtroppo la pandemia continua a farci soffrire, aggiungendo dolore a dolore, fatica a fatica. Non sono, quindi, solo i troppi lutti, le guarigioni faticose e non scontate, i lavoratori in difficoltà; è in ballo la tenuta economica complessiva e, all'orizzonte, appare una società impaurita, sconcertata, arrabbiata; il futuro, poi, di fronte alla variante inglese del ceppo, non è rassicurante».


Non può che essere preoccupato, il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nel suo messaggio di Natale rivolto alla diocesi e alla città, per l'impatto che il Covid ha provocato e continua provocare. In premessa Moraglia ricorda le limitazioni ai pranzi e alle occasioni d'incontro: «Tale decisione, che è scomoda per tutti, seppur con motivazioni diverse, è della politica che ha nel Dna la ricerca del consenso. L'aver assunto una misura così impopolare dice la gravità del momento. L'augurio è che la politica sia vicina alla gente e attenta al bene comune; per questo, come cittadini, auspichiamo minore conflittualità quando si deve decidere impegnando il futuro della collettività».
Moraglia condanna il Natale come festa del consumismo, uno storpiamento del significato più autentico che porta addirittura a non parlare più di Gesù Bambino ma di nonno gelo, giungendo a censurare i canti natalizi che ne contengono il nome e a velare e offendere il presepio che, in sé, è annuncio e catechesi per grandi e piccini.
Il patriarca, allora, affida un compito ai fedeli: Leggere oggi i segni dei tempi vuol dire non soggiacere alle restrizioni che la pandemia impone ma, a partire da essa, pensare alla festa del Natale e ricentrarla, recuperarla nel suo profondo significato del Dio-con-noi è il suo invito . Il Natale non è una favola, né un ricordo dell'infanzia. Quest'anno abbiamo l'occasione di ritornare all'origine, liberandolo dalle incrostazioni della mondanità.
Intanto, stasera, in seguito al coprifuoco alle 22 e alla zona rossa istituita in tutta Italia, non ci sarà la tradizionale Messa di mezzanotte. Le parrocchie si sono organizzate per celebrarla alle 19.30, massimo 20, in tempo per poi far rincasare i fedeli ai quali viene suggerito di recarsi in chiesa, la più vicina a casa, con l'autocertificazione. Domani sono generalmente previste più Messe, sempre a posti contingentati e con le consuete misure di sicurezza sanitaria, per favorire la più ampia partecipazione della gente. Stasera Moraglia celebra a San Marco alle 19.30 e domani il solenne pontificale alle 10 (diretta tv su Antenna 3 e in streaming sulla pagina Facebook di Gente veneta). Subito a seguire, andrà a salutare i poveri che pranzano alla mensa Tana, a Castello. E proprio in tema di sostegno a chi è più in difficoltà, la diocesi lancia la fase 2 del Fondo San Nicolò, istituito già la scorsa estate per dare un sostegno al reddito dei lavoratori rimasti senza occupazione per la pandemia. Dopo i primi 100 mila euro erogati vagliando circa 150 domande, ne sono stati finanziati altri 200 mila. Due i requisiti richiesti: la condizione economica della persona o della famiglia che deve dimostrate il nesso tra la difficoltà che attraversa e la crisi dovuta al Covid e l'effettiva indigenza, calcolata in meno di 400 euro al mese per ogni componente il nucleo familiare. La richiesta va presentata con il form on line nell'apposita senzione del sito diocesano, quindi seguirà un colloquio col Centro di Ascolto della Caritas. E va compilato il modulo di domanda Richiesta di contributo, anche usufruendo del servizio di assistenza del centro Acli di Marghera, in via Ulloa 3 (tel: 3331887649).

Alvise Sperandio
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Il Gazzettino