Bacio con la mascherina nelle prime nozze post Coronavirus

Marco Rossi e Susi Quagliotto dopo il “sì”
MONTEBELLUNA Lui, lei, il sindaco e i due testimoni. Senza altri invitati, senza fiori, senza applausi, ma con la compagnia dell’immancabile mascherina. Che i due non...

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MONTEBELLUNA Lui, lei, il sindaco e i due testimoni. Senza altri invitati, senza fiori, senza applausi, ma con la compagnia dell’immancabile mascherina. Che i due non si tolgono neppure al momento del fatidico, più o meno esplicito, “può baciare la sposa”. Perché, a seguire rigidamente la regola, la mascherina, soprattutto in suolo pubblico, non dovrebbe mai mancare. Tale è stato, sabato, il sì di fronte al sindaco Marzio Favero di Susi Quagliotto e Marco Rossi che, in una situazione surreale, si sono sposati alla Loggia dei grani e hanno pure trovato, all’uscita, l’entusiasmo per una graziosa foto del tradizionale bacio, con tanto di velo protettivo. È stato, il loro, il primo matrimonio celebrato, dopo mesi, dal sindaco Marzio Favero. Che assicura. «In sala consiliare erano in quattro. All’uscita li aspettavano sei sette amici». Una dimostrazione, l’ennesima, di quanto il coronavirus abbia inciso su ogni fronte. Anche sui fiori d’arancio.

SERENITA’
Eppure Susi Quagliotto appare serena. Anche se, come lei stessa racconta, il virus ha fatto davvero saltare tutti i piani della coppia. «Già dall’anno scorso -spiega- avevamo fissato il matrimonio a Villa Corner della Regina a Vedelago. Ci saremmo dovuti sposare il 2 maggio». Una festa in un luogo splendido, che la sposa stava immaginando come un appuntamento indimenticabile. Poi è arrivata l’emergenza. E quindi tutto è saltato, tranne il rito. «Abbiamo già una bimba di 14 mesi -prosegue Susi- Abbiamo quindi deciso di sposarci lo stesso per regolarizzare la nostra unione, avendo già una bimba. Il 2 maggio però non potevano venire i testimoni da fuori Comune (si era ancora nella fase 1, ndr), allora abbiamo spostato al 9, quando invece era permesso».
FESTA IN OTTOBRE

Solo rinviata, invece, la festa. Che comunque ci sarà, se una nuova fase della pandemia non ci metterà lo zampino. «I festeggiamenti li abbiamo spostati a ottobre sperando di riuscire a realizzare una festa come si deve con amici e parenti. Non è stato facile decidere cosa fare, ma la nostra priorità era regolarizzare la nostra unione di famiglia». Una scelta legittima che, invece, nella parrocchia del Duomo nessuno ha fatto. «Tutti i matrimoni previsti sono stati rinviati -spiega il prevosto, don Antonio Genovese- Giustamente, gli sposi vogliono festeggiare e tengono alla presenza, anche al rito, delle persone più care. A cominciare dai nonni». Per non parlare di tutto ciò che accompagna la tradizionale cerimonia. Dall’abito bianco al riso all’uscita, al velo o allo strascico della sposa. Tutti particolari che di sicuro cozzano con le misure antipandemia. E soprattutto con l’immancabile mascherina.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino