PADOVA - L’intrigo internazionale dai contorni padovani attorno al quadro “Earlier Monna Lisa”, secondo alcuni esperti da attribuire proprio a...
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L’avvocato, già a fine luglio, ha presentato domanda di sequestro civile della tela al Tribunale di Firenze. E proprio martedì in sede di processo si è registrato un colpo di scena: il legale, insieme ad altri tre avvocati, ha presentato gli atti di conclusione indagine da parte dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale. I militari sono riusciti a risalire alle identità dei collezionisti d’arte proprietari dell’opera per il 75 per cento. Si tratta di uomini d’affari e industriali che avrebbero acquistato l’opera d’arte attraverso una società offshore con sede nell’isola di Anguilla nei Caraibi: un paradiso fiscale. Il giudice di Firenze ha rinviato il processo al 30 marzo dell’anno prossimo, giorno in cui dovranno comparire in aula anche i proprietari al 75% della tela per consentire alla giuria di appurare se il loro acquisto è stato effettuato a termine di legge. «La questione di rilevante interesse - aveva dichiarato il legale padovano - non è solo la sua esistenza e l’attribuzione a Leonardo da Vinci che l’avrebbe dipinta una decina d’anni prima rispetto a quella ospitata a Parigi, ma il fatto che l’opera è riapparsa dopo circa 50 anni di custodia dentro ad un caveau di una discretissima banca elvetica. E i miei clienti, che desiderano rimanere anonimi, ne rivendicano ora la comproprietà».
L’OPERA
La tela al momento potrebbe anche già essere uscita dall’Italia, dopo essere stata esposta questa estate a palazzo Bastogi a Firenze sede del consiglio regionale della Toscana. L’opera, a novembre, dovrebbe essere portata a Pavia, dove nella città Lombarda il comune sta organizzando una mostra dedicata a Leonardo Da Vinci. Ma in molti sospettano che il quadro non verrà mai esposto. «Io stesso - ha sottolineato il legale padovano - non so dove sia in questo momento la tela. Potrebbe essere già uscita dall’Italia». Secondo la Mona Lisa Foundation, con sede a Zurigo, l’opera incompiuta nota come Isleworth Monna Lisa, è da attribuirsi all’artista-scienziato per antonomasia del Rinascimento e datata tra il 1503 e il 1505. Non la pensa invece così Martin Kemp, professore all’Università di Oxford e tra i maggiori esperti al mondo di Leonardo Da Vinci. Secondo il docente britannico le due opere hanno molte differenze e la tela “Eralier Mona Lisa” non è da attribuire a Leonardo.
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino