Autista Mom pestato dal 16enne in bus: «Ho pensato di cambiare lavoro»

Autista Mom pestato dal 16enne in bus: «Ho pensato di cambiare lavoro»
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TREVISO - «Mentre mia moglie mi riaccompagnava a casa dall’ospedale, ho pensato di mollare, di licenziarmi, cambiare lavoro. Magari scaricare scatoloni o mattoni. Ma almeno nessuno mi metterebbe le mani addosso». È uno sfogo amaro, un trauma profondo, quello raccontato ai microfoni di Antenna Tre dall’autista Mom aggredito sul bus dal passeggero 16enne che lunedì intorno alle 17, all’altezza della stazione, ha aggredito il conducente della linea 1, venendo poi inseguito dai colleghi dell’uomo e identificato dalla polizia. L’adolescente era salito alla fermata del polo scolastico di Lancenigo.

Già salendo sull’autobus si era dimostrato irrequieto: «Ad attendere il pullman c’erano tanti studenti - racconta l’autista - Tutti erano di lato, in piedi negli appositi spazi, mentre questo ragazzo di colore si è messo davanti al bus come gesto di sfida, cappuccio sollevato: ho suonato, si è scansato solo all’ultimo momento e mentre passavo ha tirato un pugno contro la porta posteriore».

Quando è salito, l’autista gli ha chiesto una spiegazione, ma l’adolescente si è seduto, alzandosi sulla testa anche il cappuccio del giubbotto. La situazione è degenerata all’arrivo in città: il ragazzo arrivato in piazzale Burchiellati ha iniziato a urlare e tra i viaggiatori è stato il caos. All’altezza della stazione, il conducente si è alzato per chiedergli i documenti e lì è stato aggredito: «Mi ha afferrato, mi ha spinto al posto di guida e mi ha schiacciato la testa contro il finestrino: “Fatti gli affari tuoi, pensa a guidare, stai zitto”, mi diceva, e anche se una signora ha iniziato a gridargli contro, continuava».

Momenti di paura, poi il ragazzo è sceso: «Non è corso via, anzi: se n’è andato con molta tranquillità, senza fretta. Non hanno niente da perdere, sentono che resteranno impuniti». Sul posto è arrivata la polizia, e in questura, ieri mattina, il conducente ha formalizzato la denuncia. Il medico gli ha prescritto un periodo di riposo: «Ho ancora dolore alla spalla, mi ha schiacciato il braccio e la testa contro il vetro». Ma addosso è rimasta anche una profonda inquietudine. «Il dolore maggiore è la ferita che mi ha lasciato dentro: aveva solo voglia di aggredirmi, per dimostrare agli amici di essere forte. Io spero di ritornare presto, per rivedere i miei passeggeri di sempre».

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Il Gazzettino