Tragedia al Molinetto della Croda: tutti assolti. Morirono 4 persone

REFRONTOLO - Tutti assolti perché il fatto non sussiste. È questa la sentenza emessa dai giudici a conclusione del processo con rito abbreviato per la tragedia...

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REFRONTOLO - Tutti assolti perché il fatto non sussiste. È questa la sentenza emessa dai giudici a conclusione del processo con rito abbreviato per la tragedia del Molinetto della Croda, consumatasi il 2 agosto 2014. Quel giorno una bomba di acqua e fango travolse gli stand di una festa paesana e le persone che stavano passando una tranquilla serata. Il bilancio fu di 4 morti e 8 feriti (Il disastro e le vittime - GUARDA LE IMMAGINI). Gli imputati erano il presidente della Pro Loco Valter Scapol - unico imputato in aula che, udita la sentenza, ha commentato: «È la fine di un incubo» -, gli architetti Annalisa Romitelli (all'epoca dei fatti responsabile dell'ufficio tecnico del Comune) e Leopoldo Saccon, il geologo Celeste Granziera (questi due i tecnici della Tepco, lo studio che si occupò della consulenza per la redazione tecnica del Pat). Gli imputati erano accusati a vario titolo di disastro colposo, omicidio colposo e organizzazione di manifestazione pubblica senza autorizzazioni.


LA TRAGEDIA - Bomba d'acqua, apocalisse alla festa Morti quattro uomini, venti i feriti

LE VITTIME
La tragedia costò la vita a Luciano Stella, Giannino Breda, Maurizio Lot e Fabrizio Bortolin, travolti e uccisi dall'onda di acqua e fango del torrente Lierza durante la "festa dei omi".

IL DETTAGLIO
Per il sostituto procuratore  i consulenti esterni e i tecnici del Comune sbagliarono a non inserire la zona della tragedia tra quelle a rischio idrogeologico quando stesero la redazione del PAT del Comune di Refrontolo. Durante il processo, però, è emerso che l'area del molinetto era stata ricompresa tra le aree a rischio esondazione e ristagno.

IL COMMENTO DI ZAIA:
«FINISCE UN INCUBO»
«Con questa sentenza finisce un incubo per quattro persone accusate, ma anche per il mondo del volontariato, messo sotto accusa con il Presidente della Pro Loco». Lo dice il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commentando la sentenza del Tribunale di Treviso. «È un bene - prosegue il Governatore - che questa sentenza abbia fatto chiarezza su tutta la vicenda, escludendo responsabilità che finivano per ricadere su tutto il settore del volontariato, composto da gente che dona ore e lavoro alla comunità». Al contempo, Zaia rivolge un ricordo alle vittime, «che non potremo mai dimenticare», e alle loro famiglie «alle quali siamo tutti vicini, come singoli e come comunità».

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Il Gazzettino