«La voce del mio caro Umberto mi ha detto di cantare per lui»

VENEZIA - «(t.card) «Ho sentito la sua voce: prendi la mia vecchia chitarra e canta al Redentore». Così Maria Sfriso, vedova di Umberto Da Preda, ieri...

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VENEZIA - «(t.card) «Ho sentito la sua voce: prendi la mia vecchia chitarra e canta al Redentore». Così Maria Sfriso, vedova di Umberto Da Preda, ieri pomeriggio, vestita da gondoliere, ha cantato accanto alla vera da pozzo e al monumento al Colleoni in campo santi Giovanni e Paolo: una vecchia canzone composta con Umberto in campo San Polo. Fra le braccia, la chitarra del marito, presa dalla soffitta. Maria e Umberto si erano sposati nel 1972 e già il marito era un noto personaggio veneziano, vincitore della Gondola d'Oro, con la canzone Amore in gondola di Tortorella e De Paolis, superando persino Claudio Villa, Johnny Dorelli, Orietta Berti e lo stesso Pino Donaggio.

 



Da Preda è stato l'ultima voce di Venezia, compositore e cantante, dalla voce inconfondibile, morbida e armonica, capace di cantare la città e la sua laguna. Era nato nel 1935, scomparso quattro anni fa. Spesso ha superato anche i confini veneti, portando la canzone veneziana a livello europeo. «Umberto mi parla spesso - confida Maria - soprattutto di notte. Per questo dormo nel pomeriggio e sto sveglia nelle ore buie. Ho esaudito la sua richiesta anche con: Redentor in famegia. Ho spolverato la sua chitarra, ed eccoci oggi qui assieme, come desiderava». La sua canzone più nota è Chiaro di luna, presente nei due cd delle edizioni Edera. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino