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ROVIGO - Ha costretto la moglie a piegarsi alle sue volontà, fino a partecipare a scambi di coppia e orge. Questa sembra essere la chiave di lettura della sentenza pronunciata ieri dal giudice Alessia Vanoli, che ha condannato un 51enne bassopolesano a 2 anni di reclusione, con la sospensione della pena condizionata alla partecipazione a un percorso di recupero in strutture per il trattamento di uomini autori di violenza, oltre al pagamento di un risarcimento di 7.500 euro nei confronti dell'ex moglie che si era costituita parte civile.
Proprio l'avvocato della donna, Giuseppe Carinci, spiega come «il tema della violenza di genere perpetrato in famiglia è attuale e finalmente le vittime stanno trovando il coraggio di uscire dalla violenza ancorché caso perpetrata in maniera subdola. La la difesa della persona offesa accoglie con favore il fatto che il Tribunale di Rovigo abbia ritenuto penalmente responsabile l’imputato per tutti i fatti del capo d’accusa. Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza. La situazione in cui si è trovata la vittima è quella in cui si trovano molte donne, troppe donne, che faticano a uscire da un “amore maltrattante”: ingabbiata in una spirale di costrizione e paura che esclusivamente grazie e per le sue figlie, ha disperatamente voluto sciogliere».
IL CASO
Quello che si è concluso ieri, dopo la discussione della scorsa settimana con il pm d'aula Alessia Pirani che aveva chiesto proprio una condanna a 2 anni, è stato un processo lungo e delicato, che ha cercato di sondare le dinamiche che si sono prodotte con il dissolvimento di un matrimonio, durato 25 anni, che vedeva il marito a rispondere dell'accusa maltrattamenti in famiglia, che si sarebbero esplicati in una forma particolare, costringendo la moglie a prestarsi a giochi sessuali, dalla pubblicazione delle sue foto nuda su un sito alla richiesta di indossare tacchi alti e vestiti succinti, senza mutandine, per portarla in giro come un oggetto nei centri commerciali, fino agli scambi di coppia.
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Il Gazzettino