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MOGLIANO - Assalti alle ville dei vip: gli investigatori stanno passando sotto la lente ogni possibile indizio a partire proprio dai bersagli scelti. Tutte persone facoltose a cui sottrarre bottini ingenti. C'è un filo rosso che lega i colpi? E' quello che sta cercando di scoprire il Comando dei carabinieri di Treviso. Il Nucleo investigativo sta valutando gli eventuali elementi che accomunano gli episodi. Quattro in meno di un mese tra la Marca e il Veneziano. Tre in quattro giorni a Mogliano.
Rapine in villa, colpi fotocopia: è la stessa banda?
La prima rapina milionaria risale a domenica 14 novembre, nella villa di Miotto, ex petroliere, affacciata sul Terraglio. Quella sera - come avvenuto a casa Caovilla - un commando di quattro rapinatori (tutti con passamontagna e due armati di pistola) fa irruzione armi in pugno all'ora di cena: «State fermi e non vi succederà niente».
La scelta delle vittime: tutte "uguali"
Al momento l'unico denominatore comune evidente è la scelta delle vittime. A cui si aggiungono una serie di ipotetici altri punti di contatto, soprattutto tra le due rapine. In primis l'orario scelto, a ridosso della cena e con i proprietari in casa proprio per sfruttare un frangente in cui l'allarme non era inserito. Aspetto questo che denota come i malviventi conoscessero bene le abitudini delle loro vittime. E ancora: le armi imbracciate, di cui peraltro non è stato ancora chiarito se fossero vere o finte. Da ultimo l'accento straniero dei banditi, il cui numero però varia da una rapina all'altra: 4 da Miotto, 2 da Caovilla. Le analogie, per il momento rimangono nel campo delle ipotesi, in attesa di ulteriori sviluppi investigativi. Anche l'assalto a villa Da Riva, sventato dal custode, potrebbe essere riconducibile alla stessa banda. Più difficile invece trovare dei collegamenti con il furto nella dépendence di Furstenberg, dove è sparito soltanto un borsello pieno di contanti. Ma il filo comune non viene escluso. I carabinieri di Treviso indagano in questo senso. Ed è un filone che anche la Mobile di Venezia ha iniziato a sondare per tentare di dare un nome e un volto a chi ha colpito nella dimora settecentesca della firma più prestigiosa del calzaturiero.
Mep
Il Gazzettino