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VICENZA - Quattro persone sono state arrestate in Perù in relazione all'omicidio della missionaria laica italiana, Nadia De Munari, 50 anni, originaria di Schio (Vicenza). La donna morì il 24 aprile scorso per le ferite riportate dopo l'aggressione avvenuta la notte tra il 20 e il 21 aprile. In base a quanto si apprende due delle persone arrestate sono interne alla comunità dove lavorava De Munari e le altre due abitano nelle vicinanze. Sulla vicenda la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo di indagine affidando l'attività istruttoria ai carabinieri del Ros in stretta collaborazione con la Fiscalia del Nuovo Chimbote.
BRUTALE VIOLENZA
La missionaria laica era stata massacrata nel sonno a colpi di machete. I quotidiani locali parlavano di una aggressione molto violenta, la vittima è stata colpita più volte a letto, mentre dormiva, avrebbero anche tentato di strangolarla con una corda.
IMPEGNO PER I BIMBI
Nadia era missionaria per l’Operazione Mato Grosso, in particolare era responsabile del centro “Mamma mia” di Nuevo Chimbote, realizzato da padre Ugo De Censi. Gestiva sei asili e la scuola elementare. Nella casa famiglia Mamma Mia viene fornito cibo gratuito a minori e madri bisognosi della zona.
LA MAMMA
«Nadia è una martire». Le parole che aveva pronunciato la mamma di Nadia De Munari, riportate dal parroco di Schio, don Gaetano Santagiuliano all'indomani dell'omicidio: «Parole che non potrebbero essere più vere - aveva commentato il sacerdote - perché Nadia ha donato la sua vita, ci ha messo il sangue». «Siamo stretti al dolore della famiglia di Nadia, da 30 anni lavorava in prima linea a fianco dei poveri» aveva detto il vescovo di Vicenza, Beniamino Pizziol che ora interpreta il cordoglio della comunità vicentina commentando la notizia dei quattro arresti: «Esprimiamo tutta la vicinanza ai familiari di Nadia De Munari, nella speranza sia fatta piena luce sull'episodio. La diocesi - prosegue il vescovo - è in contatto con la famiglia e l'associazione Mato Grosso. Seguiamo con apprensione lo sviluppo della vicenda, che ha molto colpito tutta la nostra diocesi».
Il Gazzettino