Diagnosi in ritardo. Miriam aveva una malattia ereditaria, la famiglia accusa l'Ulss: «Sapevano»

Diagnosi in ritardo. Miriam aveva una malattia ereditaria, la famiglia accusa l'Ulss: «Sapevano»
VENEZIA L'esatta diagnosi arrivata in ritardo per non aver preso in considerazione una patologia ereditaria e congenita, il deficit di antitrombina terza di cui soffriva...

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VENEZIA L'esatta diagnosi arrivata in ritardo per non aver preso in considerazione una patologia ereditaria e congenita, il deficit di antitrombina terza di cui soffriva Miriam De Giovanni, la venticinquenne di Cannaregio uccisa da un'embolia polmonare massiva il 29 ottobre. Dopo che era stata ricoverata per una notte e dimessa solo pochi giorni prima dall'ospedale Civile.

 

È, questo, il nocciolo della consulenza firmata dal medico legale Gianni Barbuti e dallo specialista anatomopatologo Bruno Murer incaricati dagli avvocati Augusto Palese e Niccolò Bullo, legali della famiglia di Miriam, di capire cosa sia successo. I due esperti chiudono la loro relazione parlano di una «pacifica sussistenza di responsabilità medica in capo alla struttura sanitaria che ebbe in cura Miriam». Per via di una «condotta caratterizzata da orientamento errato, con conseguente ritardo diagnostico e terapeutico, che ha portato al decesso della paziente».
 
Tutto «non si sarebbe verificato in presenza di diagnosi tempestiva, che avrebbe dovuto essere attuata alla luce della malattia genetica cui era affetta Miriam e che era stata segnalata ai sanitari». 
Una malattia, l'antitrombina terza, che viene diagnosticata quando un paziente soffre di ricorrenti trombosi venose e embolie polmonari. E di cui Miriam soffriva da sempre, come erano stati informati i medici che però - secondo quanto scritto nella relazione dei consulenti della famiglia - non ne avrebbero tenuto il giusto conto. Nei prossimi giorni gli avvocati Palese e Bullo metteranno la relazione a disposizione dell'Ulss 3 per una verifica tecnica collegiale tra le parti. Dal canto suo la direzione del Civile ha dato da subito la propria collaborazione alle verifiche restando in attesa delle valutazioni dei periti e delle indicazioni, in dialogo con i familiari che già hanno depositato una richiesta di risarcimento danni. 

LA VICENDAMiriam De Giovanni si era rivolta al Pronto soccorso sabato 26 ottobre per poi essere dimessa dopo una notte di esami con una diagnosi di principio di pleurite e polmonite. I medici le avevano prescritto una terapia farmacologia e nuovi esami per cercare di dare risposte al malessere con la quale conviveva da circa un mese. Mercoledì 30 ottobre Miriam aveva in programma il prelievo del sangue come previsto, ma si è sentita male nel bagno di casa ed è morta in ospedale.
Nicola Munaro Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino