Operaio morto in cantiere a Massanzago, chi era Mirco Bottacin: «Grande lavoratore, lutto inaccettabile»

Viveva a Trebaseleghe, il sindaco Zoggia: «È assurdo uscire di casa per andare a lavorare per garantirsi uno stipendio e non fare più rientro»

L'area dove ha perso la vita Mirco Bottacin
TREBASELEGHE - Mirco Bottacin era un operaio esperto, la sua carriera professionale si è concentrata tutta nel mondo edile. «Sapeva lavorare, non ha mai commesso imprudenze»...

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TREBASELEGHE - Mirco Bottacin era un operaio esperto, la sua carriera professionale si è concentrata tutta nel mondo edile. «Sapeva lavorare, non ha mai commesso imprudenze» spiegano amici e conoscenti. Separato, padre di due figli e residente a Trebaseleghe, in passato la sua famiglia aveva già patito un grave lutto quando una delle sue sorelle, Rossella, era morta in un incidente stradale nel 2005.

«Morti sul lavoro, una piaga senza fine»

La notizia dell’infortunio mortale è giunta negli uffici del municipio di Trebaseleghe in poche ore. «È assurdo uscire di casa per andare a lavorare per garantirsi uno stipendio e non fare più rientro. Le morti sul posto di lavoro sono una piaga senza fine, come sindaco sono costernata di fronte a questa tragedia – ha spiegato il primo cittadino Antonella Zoggia – Non posso che trasmettere ai familiari di Mirco la mia sincera vicinanza anche a nome di tutti i componenti dell’amministrazione comunale. Faremo qualsiasi cosa per aiutare i suoi figli e contribuire a rendere questo momento meno doloroso possibile».
«È sempre stato un grande lavoratore, sia lui che la famiglia ne hanno passate tante, a partire dalla tragica morte della sorella Rossella, ma lui è sempre stato una brava persona – aggiunge il compaesano Gino – Per lui esistevano solo casa e lavoro: non meritava una fine così». Dopo la separazione Bottacin era andato a vivere in via Battisti. Molto riservato, non aveva stretto molti legami nella palazzina, ma tutti i vicini lo ricordano come una persona educata, che mai ha dato problemi. «Ci si era persi di vista da tanti anni con lui e le altre due sorelle – racconta la moglie di un cugino del padre di Mirco, Silvano – ma è un ragazzo che ha sempre lavorato, un brava persona». Alla Opera Edile, dove il 55enne lavorava da tre anni, la notizia ha lasciato tutti straziati: «Siamo distrutti, era uno di noi. Non sappiamo ancora nemmeno cosa esattamente sia capitato, è un momento durissimo».

La reazione dei sindacati

Quest’ennesima morte sul lavoro ha scatenato la reazione del mondo dei sindacati. «Non basta più essere addolorati o rattristati per quanto accaduto – affermano Fillea Cgil Padova, Filca Cisl Padova e Rovigo e Fenea Uil, le categorie che rappresentano anche i lavoratori edili – Quanto successo ci innanzitutto che non è accettabile un sistema che dia per scontata l’eventualità che si esca di casa per andare al lavoro e si possa non farne ritorno. Accade troppo spesso ai lavoratori del settore edile, i più esposti a incidenti gravi. Eppure è di un settore dove la forte bilateralità è elemento di controllo e dove i Comitati paritetici territoriali sono preposti ai controlli sulla sicurezza, dove la maggioranza delle imprese ha meno di cinque dipendenti, dove il titolare spesso lavora fianco a fianco con loro. E non possiamo non registrare che gli incidenti aumentano ogni volta che c’è una ripresa dell’attività lavorativa, determinando la triste equazione “più cantieri uguale più morti”». «La seconda riflessione che si impone riguarda quanto si debba ancora investire per evitare gli infortuni, per intensificare i controlli e per applicare le sanzioni a chi non rispetta le norme di sicurezza. E infine – hanno concluso le sigle sindacali – questa morte ci dice come sia necessaria una reale consapevolezza sull’importanza di quel che viene spiegato nei corsi di formazione, troppo spesso intesi come obblighi burocratici invece che come esperienze che salvano la vita».

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Il Gazzettino