Coppia di Mirano trascorre un week end "a sbafo" a Treviso, quasi 300 euro tra hotel e ristorante ma scappano senza pagare: l'epilogo

Sono finiti a processo per insolvenza fraudolenta

Coppia di Mirano trascorre un week end "a sbafo" a Treviso, quasi 300 euro tra hotel e ristorante ma scappano senza pagare un centesimo: l'epilogo
MIRANO - Per l’accusa avevano pianificato tutto, finendo per mangiare e dormire a sbafo a danno di due dei luoghi più conosciuti di Treviso: la pizzeria da Roberto di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MIRANO - Per l’accusa avevano pianificato tutto, finendo per mangiare e dormire a sbafo a danno di due dei luoghi più conosciuti di Treviso: la pizzeria da Roberto di viale Cadorna e l’hotel Continental di via Roma. Quel weekend, però, potrà costare molto più caro a una coppia residente a Mirano: Alex Catullo, 34 anni, e Monica Lugato, 32, sono infatti finiti a processo per rispondere del reato di insolvenza fraudolenta. Il solo Catullo è anche accusato di sostituzione di persona. Già, perchè per raggirare l’hotel ha fornito false generalità credendo di farla franca. Ieri mattina si è tenuta l’udienza davanti al giudice Alice Dal Molin, aggiornata al prossimo 1 febbraio. Ma la coppia vede già l’estinzione delle contestazioni della Procura per via della prescrizione: i fatti sono stati commessi nell’agosto di 7 anni fa. 

LA VICENDA

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, i due avevano prenotato online la stanza d’hotel, inserendo a garanzia una carta di credito che solo in un secondo momento è risultata non valida. All’atto della prenotazione i due avevano indicato l’opzione di pagamento nella struttura al termine del soggiorno per non destare alcun tipo di sospetto. Effettuando il check in, Catullo secondo l’accusa ha fornito al portiere come nominativo quello di un fantomatico Massimo Danieli, residente a Verona e nato nel suo stesso giorno. Sbrigate le pratiche, i due si sono concessi un giro in centro. La sera successiva, il secondo raggiro. A cena alla pizzeria da Roberto hanno ordinato piatti per 75.50 euro, salvo poi darsi alla fuga prima di pagare il conto. Stessa tecnica utilizzata in hotel la mattina successiva: al posto del check out hanno guadagnato l’uscita evitando di saldare i 210 euro per la stanza. 

LE INDAGINI

Entrambi gli esercizi hanno sporto denuncia ai carabinieri, fornendo ai militari le immagini delle telecamere di sorveglianza. Inizialmente si pensava fossero due episodi scollegati tra loro, ma ben presto i militari si sono accorti che la coppia che non ha pagato il conto al ristorante era la stessa che aveva dormito in albergo senza saldare l’alloggio. Da lì sono partiti gli accertamenti per dare un nome e un volto a quei due giovani. E la risposta è arrivata nel giro di qualche settimana. Poi si sono messe in mezzo le lungaggini della giustizia (compreso il periodo di sospensione per colpa del Covid) che, dopo sette anni, non è ancora stata in grado di arrivare a una sentenza di primo grado, rischiando di farla davvero passare liscia ai due imputati, entrambi difesi dall’avvocato Giacomo Michieli.

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino