Miranese dell'anno, il premio alla solidarietà: Telethon, Aido e Lilt su tutti

il dottor Scantamburlo, Flavia Petrin e Giovanni Pellielo
MIRANO - «Giovani presente e futuro delle donazioni di organi, ma alla base deve esserci sempre una scelta consapevole». L'assegnazione del premio Miranese...

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MIRANO - «Giovani presente e futuro delle donazioni di organi, ma alla base deve esserci sempre una scelta consapevole». L'assegnazione del premio Miranese dell'anno 2018 è per Flavia Petrin, l'occasione per fare il punto sulle donazioni in Italia, lei che dell'Aido, associazione donatori di organi e tessuti, è la presidente nazionale. Il premio, dedicato dalla Petrin a chi ha detto sì al dono, assume così ancora più valore morale. Nella giornata di festa al ristorante 19 al Paradiso di Luneo, come da tradizione, ci sono gli ospiti delle grandi occasioni, con tante personalità del mondo del volontariato e del sociale e, quest'anno, trapiantati nella loro seconda vita e donne e uomini impegnati nella lotta ai tumori e alle malattie rare, come Lilt e Telethon.


Petrin considera prestigioso questo premio: «Tra i tanti ricevuti per il mio ruolo - dice - è uno dei più importanti perché arriva dalla mia gente, nel territorio dove vivo». Ma il grazie è per l'Aido, i volontari, i donatori e le loro famiglie: «Devo dire - aggiunge - che vado spesso nelle scuole per promuovere la donazione e non trovo di fronte a me, come spesso si dice, giovani egoisti, anzi. Chi dice sì alla donazione oggi sono soprattutto giovani: la strada è quella di veicolarli verso le cose di valore». L'occasione è buona per snocciolare qualche dato: oggi in Italia sono circa 4 milioni i cittadini che hanno espresso la loro volontà sulle donazioni e il 90% di loro lo ha fatto per il sì. «Ma - spiega Petrin - è solo l'8% della popolazione maggiorenne». Il dibattito oggi è attorno a una legge che aumenti il numero dei donatori grazie a una sorta di silenzio-assenso. Petrin non è del tutto d'accordo: «Il cittadino deve avere le informazioni per scegliere. Io non sono per il sì automatico: a monte ci deve essere una scelta che ci coinvolga da protagonisti. Anche perchè non è sempre facile chiedere a un famigliare di una persona appena mancata se desidera che il suo caro doni gli organi. Non è quello il momento, il dolore può sovrastare la bellezza del dono. E' un frangente su cui operare: 600 persone ogni anno muoiono in attesa di un trapianto. Dobbiamo renderci conto che potrebbe accadere a chiunque, anche un nostro famigliare o conoscente». La mattinata ha premiato anche un'altra personalità del mondo del volontariato locale, il dottor Paolo Scantamburlo, ginecologo, da tempo impegnato in associazioni e iniziative benefiche per il benessere post-tumore.


Spazio anche allo sport, con la premiazione del campione di tiro al volo Giovanni Pellielo, che ha il record di partecipazioni olimpiche fra tutti gli atletleti italiani: è sempre stato presente nelle ultime 7 edizioni dei Giochi e punta ovviamente a Tokio 2020.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino