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VENEZIA - La chiamano la “truffa dei vip”, una rete in cui è caduto quasi tutto il mondo delle celebrità dei social. Solo per fare qualche nome: Fedez e Chiara Ferragni, e i creatori delle seguitissime pagine Facebook “Il signor distruggere” e “Il socio Aci”, a livello locale Sabrina Salerno, gli influencer Canal e Andreas Ronco (fondatore della pagina “il Veneto imbruttito”). Intrattenitori e persone di spettacolo, quindi. Finita qui? Macché, a dicembre era toccato persino a un amministratore pubblico, per l’esattezza il sindaco di Padova, Sergio Giordani, mentre nelle ultime ore è capitato a un altro suo collega, il sindaco di Mira Marco Dori. D’altronde il trucco è semplicissimo, non richiede competenze specifiche e, per assurdo, nella stragrande maggioranza dei casi non comporta particolari rischi (poi spiegheremo perché): basta individuare un profilo popolare, copiare le sue foto e creare un nuovo account. Si richiede l’amicizia agli stessi contatti e, infine, si inviano dei messaggi privati: “Diventa amico del sindaco e vinci 500 euro”, “registrati e metti i tuoi dati”, “Invia dei soldi per...”. L’obiettivo possono essere dati sensibili, coordinate della carta di credito, o vere e proprie richieste di denaro. Dicevamo, poi, che non è particolarmente rischioso: come mai? Perché le denunce sono poche. Un clone di un influencer dura pochissimo di solito: dopo le segnalazioni a Facebook, il gigante dei social interviene immediatamente per censurare il falso account. La vicenda si risolve così, senza l’intervento della giustizia ordinaria. E chi viene truffato? Trattandosi di somme molto basse, solitamente, le vittime rinunciano ai soldi, si mordono le dita e alzano spallucce. La polizia postale, su questo fenomeno, sta indagando da mesi.
«DECINE DI MESSAGGI»
Chi non fa parte di queste due categorie è il sindaco Marco Dori, che ieri ha sporto denuncia. «L’ho scoperto per caso - racconta - hanno rubato le foto del matrimonio, hanno creato la pagina e hanno iniziato a tempestare i miei tredicimila contatti. È stato un carabiniere a chiamarmi e chiedermi se ero al corrente di ciò che stava accadendo». Dori è ovviamente caduto dalle nuvole. «Hanno iniziato ad arrivarmi decine di segnalazioni da parte di cittadini: il messaggio del mio clone diceva che erano stati selezionati per un premio, che avevano vinto e che dovevano registrarsi a un sito con i loro dati. Ho passato la notte a rispondere a tutti per dire che non ero io».
GLI INFLUENCER
«Non ho fatto denuncia perché la spunta blu, su Facebook, mi dà una garanzia di identità - spiega Canal - ho avvertito tutti i miei contatti di quello che stava succedendo mettendoli in guardia.
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Il Gazzettino