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MIRA - È stato il Comune simbolo del Veneziano per il tributo di vittime Covid e per le tragedie legate al virus. A suo modo, Mira è stata la Codogno veneziana. Basti pensare, dice il sindaco Marco Dori, «che tra dicembre e febbraio a causa del Covid c'è stato un incremento della mortalità del 200 per cento». Al punto che il Comune ha deciso di ampliare due cimiteri, quello di Malcontenta e, a seguire, quello di Oriago. E ora ha deliberato di allargare anche quello della frazione di Gambarare. L'intervento nel cimitero di Gambarare è necessario per realizzare circa 160 nuovi loculi frontali e 64 nuovi ossari. Il virus si è abbattuto su Mira in modo devastante e se il 2020 ha registrato un incremento di decessi rispetto al 2019 del 30% è tra la fine del 2020 e i primi due mesi di quest'anno che i morti per Covid sono aumentati esponenzialmente a Malcontenta ma anche a Oriago e a Mira. A rendere più chiara la situazione i dati sulla mortalità per Covid registrati dall'Ulss 3 Serenissima a Mira diffusi nei primi mesi di quest'anno. Tra il 1° gennaio 2021 e la prima settimana di febbraio i decessi per Covid a Mira furono 44, praticamente uno al giorno.
All'emergenza sanitaria legata ai contagi e al numero di decessi si è unita anche un'altra emergenza con i cimiteri di Mira che non avevano abbastanza loculi a disposizione per far fronte alla situazione. L'amministrazione comunale di Mira, già a febbraio, era intervenuta con un nuovo provvedimento di emergenza per la costruzione, in tempi brevissimi, di ulteriori 80 nuovo ossari, suddivisi in 2 blocchi. In questi giorni la giunta comunale di Mira ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica per la riqualificazione e il completamento anche del cimitero di Gambarare, del costo complessivo di 355mila euro. A causa della pandemia, quest'anno il Comune aveva già provveduto in emergenza alla costruzione di nuovi ossari a Oriago.
Il virus nel Mirese ha lasciato una ferita profonda, colpendo anche intere famiglie.
La storia che più ha colpito è stata quella di Samar Sinjab, la dottoressa di base morta per Covid a 62 anni all'ospedale di Treviso nell'aprile del 2020, centesimo medico vittima del virus. Originaria di Tall in Siria, la dottoressa Sinjab aveva eletto l'Italia, e la Riviera in particolare, a seconda casa: si era laureata in Medicina nel 94 a Padova, per poi scegliere la specializzazione in Medicina Generale e approdare nel suo ambulatorio di Borbiago. Il marito, anch'egli medico e apprezzatissimo pediatra Omar El Mazloum era scomparso per un infarto nel 2007. La dottoressa Samar, come la chiamavano tutti era amatissima e a prendere il suo posto, come medico di base, è stato il, figlio Rafj El Mazloum. A Samar ha dedicato una tappa del pellegrinaggio da Venezia a Padova, con la reliquia di Sant'Antonio, anche il patriarca Francesco Moraglia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino