MIRA - È stato il Comune simbolo del Veneziano per il tributo di vittime Covid e per le tragedie legate al virus.
All'emergenza sanitaria legata ai contagi e al numero di decessi si è unita anche un'altra emergenza con i cimiteri di Mira che non avevano abbastanza loculi a disposizione per far fronte alla situazione. L'amministrazione comunale di Mira, già a febbraio, era intervenuta con un nuovo provvedimento di emergenza per la costruzione, in tempi brevissimi, di ulteriori 80 nuovo ossari, suddivisi in 2 blocchi. In questi giorni la giunta comunale di Mira ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica per la riqualificazione e il completamento anche del cimitero di Gambarare, del costo complessivo di 355mila euro. A causa della pandemia, quest'anno il Comune aveva già provveduto in emergenza alla costruzione di nuovi ossari a Oriago.
Il virus nel Mirese ha lasciato una ferita profonda, colpendo anche intere famiglie. Tra queste la famiglia di Ivan Russo, il falconiere di 42 anni, morto per le conseguenze legate al Covid e seguito nell'arco di pochi giorni dai genitori, Gianni e Gina Smerghetto, tutti residenti a Malcontenta o i coniugi Vanzan: Giuseppe Bepi, 94 anni e Candida Martin 88 anni residenti a Mira Vecchia.
La storia che più ha colpito è stata quella di Samar Sinjab, la dottoressa di base morta per Covid a 62 anni all'ospedale di Treviso nell'aprile del 2020, centesimo medico vittima del virus. Originaria di Tall in Siria, la dottoressa Sinjab aveva eletto l'Italia, e la Riviera in particolare, a seconda casa: si era laureata in Medicina nel 94 a Padova, per poi scegliere la specializzazione in Medicina Generale e approdare nel suo ambulatorio di Borbiago. Il marito, anch'egli medico e apprezzatissimo pediatra Omar El Mazloum era scomparso per un infarto nel 2007. La dottoressa Samar, come la chiamavano tutti era amatissima e a prendere il suo posto, come medico di base, è stato il, figlio Rafj El Mazloum. A Samar ha dedicato una tappa del pellegrinaggio da Venezia a Padova, con la reliquia di Sant'Antonio, anche il patriarca Francesco Moraglia.