L'effetto della pandemia sui decessi: a Mira si ingrandiscono i cimiteri

Venerdì 25 Giugno 2021 di Luisa Giantin
L'effetto della pandemia sui decessi: a Mira si ingrandiscono i cimiteri

MIRA - È stato il Comune simbolo del Veneziano per il tributo di vittime Covid e per le tragedie legate al virus.

A suo modo, Mira è stata la Codogno veneziana. Basti pensare, dice il sindaco Marco Dori, «che tra dicembre e febbraio a causa del Covid c'è stato un incremento della mortalità del 200 per cento». Al punto che il Comune ha deciso di ampliare due cimiteri, quello di Malcontenta e, a seguire, quello di Oriago. E ora ha deliberato di allargare anche quello della frazione di Gambarare. L'intervento nel cimitero di Gambarare è necessario per realizzare circa 160 nuovi loculi frontali e 64 nuovi ossari. Il virus si è abbattuto su Mira in modo devastante e se il 2020 ha registrato un incremento di decessi rispetto al 2019 del 30% è tra la fine del 2020 e i primi due mesi di quest'anno che i morti per Covid sono aumentati esponenzialmente a Malcontenta ma anche a Oriago e a Mira. A rendere più chiara la situazione i dati sulla mortalità per Covid registrati dall'Ulss 3 Serenissima a Mira diffusi nei primi mesi di quest'anno. Tra il 1° gennaio 2021 e la prima settimana di febbraio i decessi per Covid a Mira furono 44, praticamente uno al giorno.


All'emergenza sanitaria legata ai contagi e al numero di decessi si è unita anche un'altra emergenza con i cimiteri di Mira che non avevano abbastanza loculi a disposizione per far fronte alla situazione. L'amministrazione comunale di Mira, già a febbraio, era intervenuta con un nuovo provvedimento di emergenza per la costruzione, in tempi brevissimi, di ulteriori 80 nuovo ossari, suddivisi in 2 blocchi. In questi giorni la giunta comunale di Mira ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica per la riqualificazione e il completamento anche del cimitero di Gambarare, del costo complessivo di 355mila euro. A causa della pandemia, quest'anno il Comune aveva già provveduto in emergenza alla costruzione di nuovi ossari a Oriago.
Il virus nel Mirese ha lasciato una ferita profonda, colpendo anche intere famiglie. Tra queste la famiglia di Ivan Russo, il falconiere di 42 anni, morto per le conseguenze legate al Covid e seguito nell'arco di pochi giorni dai genitori, Gianni e Gina Smerghetto, tutti residenti a Malcontenta o i coniugi Vanzan: Giuseppe Bepi, 94 anni e Candida Martin 88 anni residenti a Mira Vecchia.


La storia che più ha colpito è stata quella di Samar Sinjab, la dottoressa di base morta per Covid a 62 anni all'ospedale di Treviso nell'aprile del 2020, centesimo medico vittima del virus. Originaria di Tall in Siria, la dottoressa Sinjab aveva eletto l'Italia, e la Riviera in particolare, a seconda casa: si era laureata in Medicina nel 94 a Padova, per poi scegliere la specializzazione in Medicina Generale e approdare nel suo ambulatorio di Borbiago. Il marito, anch'egli medico e apprezzatissimo pediatra Omar El Mazloum era scomparso per un infarto nel 2007. La dottoressa Samar, come la chiamavano tutti era amatissima e a prendere il suo posto, come medico di base, è stato il, figlio Rafj El Mazloum. A Samar ha dedicato una tappa del pellegrinaggio da Venezia a Padova, con la reliquia di Sant'Antonio, anche il patriarca Francesco Moraglia.

Ultimo aggiornamento: 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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