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UDINE - «Troppo "vecchi" per la Neuropsichiatria infantile e troppo giovani per la Psichiatria per adulti». Così Elisa Sartori, coordinatrice di una comunità di accoglienza per minori stranieri gestita da Oikos onlus a Fagagna, racconta «la zona grigia» dei diciassettenni fragili con disturbi psichici. Che vale per tutti, cittadini italiani e stranieri, ma che per i ragazzi che arrivano dall'altra parte del mondo, con chilometri sotto i piedi e storie di abusi e violenze nella testa e nel cuore, diventa un nodo ancora più grosso. L'altro problema, già evidenziato in passato dal presidente dell'Ordine degli psicologi Roberto Calvani, è il fatto che in regione mancano comunità terapeutiche per minori. E, anche in questo caso, vale doppio per chi vive sradicato a migliaia di chilometri da casa. «Le comunità terapeutiche non esistono in Fvg - conferma Sartori - e per il nostro tipo di utenza ne esistono molte meno. Spesso si tratta di ragazzi con comorbilità psichiatrica». «In altre regioni c'è una struttura a doppia diagnosi che si occupa di migranti, soprattutto minori, che hanno problemi di dipendenze e di patologie psicologiche, ma in Fvg manca», rileva il presidente della onlus Giovanni Tonutti. I due temi sono stati riportati d'attualità da un caso emblematico accaduto il 21 luglio.
L'EPISODIO
Protagonista un 17enne pakistano, con «un disturbo da stress post traumatico complesso», come spiega Sartori. «Ha sempre aiutato gli operatori e gli altri ragazzi. Ma oltre un anno fa, a novembre 2022, è stato preso in carico dal Csm di San Daniele perché aveva episodi d'ansia molto violenti. Il 20 luglio ha fatto accesso in Pronto soccorso per la somministrazione di una terapia che gli permettesse di evitare le somministrazioni quotidiane che aveva difficoltà a prendere a causa del suo disturbo.
I NODI
Di casi seri come quello del 17enne, «a Fagagna ne abbiamo visti tre in 4 anni. Ma so di altri casi anche in altre comunità. Di ragazzi presi in carico nel Csm, ne abbiamo avuti diversi», spiega Sartori. «In media uno su 20 minori stranieri accolti ha degli strascichi che ci portano a farli seguire dallo psicologo», conferma Tonutti. «Sono ragazzi che in qualche caso sono stati abusati, o venduti come schiavi o oggetti sessuali. C'è una piccola percentuale che ha problemi psicotici che spesso sfociano in episodi di autolesionismo e talvolta in tentativi di suicidio. I 17enni si trovano in un'età ibrida in cui spesso si assiste a un rimpallo fra la Psichiatria infantile e quella degli adulti». Ma anche quando non si arriva alle patologie conclamate, il ricordo dei traumi passati può manifestarsi all'improvviso. «Una volta abbiamo portato i ragazzi in val Resia - racconta Tonutti - e in 4 hanno avuto attacchi di panico nei pressi di un fiume vicino al bosco in quanto gli si è attivato un "trigger" che gli ha fatto ricordare quanto passato lungo la rotta balcanica». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino