«C'è una bomba»: telefono nascosto, così il detenuto minacciava attentati

«C'è una bomba»: telefono nascosto, così il detenuto minacciava attentati
PADOVA - Un detenuto del carcere Due Palazzi di Padova usava un cellulare, che teneva nascosto nella suola di una scarpa, per fare telefonate in cui minacciava attentati. Lo ha...

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PADOVA - Un detenuto del carcere Due Palazzi di Padova usava un cellulare, che teneva nascosto nella suola di una scarpa, per fare telefonate in cui minacciava attentati. Lo ha fatto ieri e anche oggi annunciando l'esplosione di una bomba in piazza, durante la festa della Repubblica. Lo hanno scoperto gli investigatori attivati dalla direzione distrettuale Antimafia di Venezia dopo che ieri era stata fatta una telefonata anonima ad un'emittente privata in cui si minacciava un attentato durante la parata del 2 giugno in piazza dei Signori a Padova. L'annuncio aveva fatto scattare l'allarme delle forze dell'ordine con l'intervento degli artificieri e con un controllo minuzioso in tutta l'area della città dove, tra l'altro, oggi è previsto l'arrivo del ministro degli Interno Marco Minniti.


Il Ros Carabinieri, in collaborazione con i colleghi dei Comandi Provinciali di Padova e Treviso, e con il coordinamento del Consigliere Adelchi d'Ippolito e di Paola Mossa, rispettivamente Capo e Sostituta della Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Venezia, sono riusciti a scoprire che la telefonata era partita dal carcere due Palazzi. Le successive perquisizioni hanno portato al detenuto, già denunciato in passato per procurato allarme, al quale hanno sequestrato un cellulare che teneva appunto nascosto nella suola di una scarpa. È stato inoltre scoperto che l'uomo aveva fatto complessivamente tre telefonate minatorie.
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Il Gazzettino