Pordenone, choc all'ufficio delle Poste, cliente minaccia impiegata: «Guarda che tiro fuori la pistola»

Tensioni quotidiane nella sede centrale di via S. Caterina. Le dipendenti escono in gruppo per timore di aggressioni

Posta, cliente minaccia impiegata per un'operazione che non si può fare: «Guarda che tiro fuori la pistola»
PORDENONE - «Guarda che tiro fuori la pistola». Una minaccia che è stata rivolta a un’impiegata dell’uffico postale di via Santa Caterina, in centro...

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PORDENONE - «Guarda che tiro fuori la pistola». Una minaccia che è stata rivolta a un’impiegata dell’uffico postale di via Santa Caterina, in centro città. Una delle tante, anche se solitamente i toni non sono così pesanti, che si sentono lanciare addosso quotidianamente donne e uomini che lavorano dietro gli sportelli e subiscono l’aggressività di chi si lamenta e protesta, alzando la voce per operazioni magari non fattibili. Una situazione che è stata fatta presente alla direzione di Poste italiane, ma che per ora non ha sortito alcun effetto in termini di sicurezza per i dipendenti. Costretti a fare da guardia del corpo l’un l’altro, come accade soprattutto per le impiegate più giovani.


IL SINDACALISTA
Che nell’ufficio di via Santa Caterina lavorino soprattutto donne, e quasi tutte giovani, lo conferma Gianfranco Parziale (Slp Cils): «Si aspettano all’uscita, dopo aver terminato il turno, perchè hanno paura dopo essere state minacciate da un cliente che magari ha detto loro “Ti spacco la faccia”, “Ti aspetto fuori”. Ed è accaduto che in effetti trovassero ad attenderle la stessa persona che le aveva insultate e minacciate». E così diventa un’operazione di sicurezza necessaria andare fino all’auto in compagnia, avere qualcuno con il quale condividere un tratto di strada, per breve che sia, senza la paura di essere aggredite, anche “solo” verbalmente. «Timori fondati, perchè ci sono stati svariati episodi di questo genere, anche se finora non è successo nulla» di irreparabile, rimarca Parziale.


LA PREPOTENZA
Il personale non basta a riempire tutti gli sportelli, problema annoso. E quindi per quanto si cerchi di accelerare i tempi, non sempre è possibile. «Ci sono situazioni in cui l’operatore deve fare delle verifiche prima di erogare somme. E capita che scopra che l’utente non ha diritto a quel denaro, e allora si arrabbia», comincia a inveire contro il malcapitato impiegato e a minacciare. O magari c’è chi si presenta «senza documenti e non capisce che non si può procedere. E si tratta di episodi che accadono quotidianamente».


LA RICHIESTA


Dagli uffici di via Santa Caterina è partita una sollecitazione alla direzione di Poste Italiane, su richiesta di chi dietro a quegli sportelli ci lavora: la presenza di servizi di vigilanza per garantire maggior sicurezza a tutti. «Ma non abbiamo ottenuto quello che avevamo chiesto. Ci hanno solo detto che avrebbero chiesto alla Polizia postale che ha gli uffici nel nostro stesso palazzo, di passare più spesso». La tensione aumenta di giorno in giorno, anche perchè, soprattutto se si tratta di soldi, sono in molti a perdere la testa e a non voler capire che Poste italiane non è un ente di beneficenza. E le giovani dipendenti si arrangiano come possono, dandosi appuntamento all’uscita dal lavoro e non facendosi mai trovare da sole alla fine del turno. Perchè è giù sucesso che qualcuno che aveva gridato loro “Ti spacco la faccia”, lo hanno poi trovato fuori dal palazzo delle Poste ad attenderle.

 

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Il Gazzettino