«Paga o ti sparo», tossico denuncia lo spacciatore che lo minacciava

«Paga o ti sparo», tossico denuncia lo spacciatore che lo minacciava
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CROCETTA (TREVISO) - «Paga la droga o qui finisce male». Ma la vittima dell'estorsione, nonostante la pistola puntata in faccia, si ribella, denuncia gli spacciatori e si costituisce parte civile, chiedendo il risarcimento del danno. La minaccia al consumatore di stupefacenti, che non aveva saldato il debito per le droga acquistata qualche giorno prima, è costata cara a un terzetto di presunti pusher che si sono ritrovati a giudizio chiamati a rispondere dell'ipotesi d'accusa di tentata estorsione aggravata dall'uso di una pistola.

 
L'AGGUATO
Secondo gli inquirenti, sulla base della denuncia della vittima, i tre pusher 20enni, per rendere più credibile la minaccia, avrebbero infatti utilizzato una pistola per farsi consegnare 1600 euro da un coetaneo che qualche giorno prima aveva acquistato stupefacenti da loro. «Ci vediamo tra qualche giorno», hanno aggiunto i ricattatori di fronte al rifiuto del consumatore che, non appena rimasto solo, ha invece raggiunto la vicina stazione del carabinieri, presentando denuncia per estorsione. È questa, in estrema sintesi, la contestazione mossa dal pm Alessandra Block a tre giovani trevigiani che tra qualche giorno sfileranno davanti al giudice dell'udienza preliminare di Vicenza Barbara Trenti. Nel procedimento penale il 22enne vittima del ricatto si è costituito parte civile, chiedendo il risarcimento del danno.
INDAGINE LAMPO

Secondo la ricostruzione degli inquirenti il 22 marzo 2018, Acheeaf Bouna, 23 anni, di Cavaso del Tomba (avvocato Lucia Tomatis); Mattia Durighello, 19 anni, di Montebelluna (avvocato Michele Carotta); e Yassine Ahjab, 19 anni, di Crocetta (avvocato Paolo Miotti) si sarebbero recati nell'abitazione del 22enne Enrico P., di Bassano del Grappa, che avrebbero poi affrontato nel giardino ci casa armati di una pistola. Secondo la Procura i tre, in concorso, avrebbero minacciato il coetaneo, mostrando la pistola, per farsi pagare la droga che gli avevano consegnato qualche giorno prima. In seguito al suo rifiuto, sempre per l'accusa, avrebbero fatto capire al 22enne che la storia non si chiudeva così: «Allora ci vediamo un'altra volta». Ulteriore minaccia che, hanno ricostruito gli inquirenti, non sì è concretizzata perché il 22enne è subito corso a presentare denuncia nella vicina stazione dei carabinieri di Bassano. E altrettanto veloce è stata la macchina della giustizia che in nemmeno 12 mesi aha portato a processo i tre ricattatori trevigiani.
R.T. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino