Migranti, Vienna: controlli ai valichi di Tarvisio, Brennero e Resia

Migranti, Vienna: controlli ai valichi di Tarvisio, Brennero e Resia
VIENNA - L’Austria conferma, presto ci saranno controlli per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
VIENNA - L’Austria conferma, presto ci saranno controlli per limitare il flusso dei migranti sui valichi con l'Italia, a Tarvisio, Brennero e Resia: in tutto sono 12 i passi sul confine meridionale che saranno presidiati. Ad annunciare la misura, nell'aria da giorni, sono stati i ministri degli Interni austriaco Johanna Mikl Leitner e quello della Difesa Hans Peter Doskozil. Gli accertamenti, che dovrebbero prendere il via ad aprile quando si prevede un nuovo picco dei flussi, saranno effettuati su treni, bus e auto. E non si esclude la possibilità di «recinzioni». La doccia fredda arriva a due giorni dal vertice dei leader Ue, che oltre ad affrontare il tema della Brexit, si dedicherà ancora alla crisi dei migranti. L'ultima bozza delle conclusioni disponibile richiama «ad un'ulteriore azione concertata» e la necessità di porre fine «all'approccio da ondata», cioè fuori controllo. Ma si indica anche l'importanza «di restare vigili sui possibili sviluppi che riguardano altre rotte, in modo tale da poter intraprendere azioni rapide». Il riferimento - spiegano fonti Ue - è all'Italia, ma anche alla Finlandia, dove i migranti arrivano passando dalla Russia. Secondo il rapporto "Integrated situation awareness and analysis" (Isaa) sulla crisi dei profughi della Commissione Ue e Servizio europeo per l'azione esterna con contributi di Frontex, Easo, Europol e Stati membri, la Croazia «continua ad essere il principale punto di ingresso per i migranti irregolari sulla rotta Balcanica», dopo la barriera installata a metà settembre dall'Ungheria con la Serbia. E non è un mistero che nuove azioni unilaterali dei Paesi potrebbero modificare ancora i percorsi. Da qui la decisione di Vienna di mettere le mani avanti anche verso l'Italia. D'altra parte l'Austria è uno dei sei Paesi Schengen che ha in atto i controlli alle frontiere interne. E nelle settimane scorse ha stabilito un tetto massimo di 37.500 ingressi di richiedenti asilo per il 2016. Un limite che per il ministro degli Esteri Sebastian Kurz potrebbe essere raggiunto già a marzo. Per permettere a Paesi come Austria e Germania di andare avanti con i controlli, oltre quanto previsto dagli articoli ordinari del codice Schengen, pur restando nel quadro legale del Trattato, Bruxelles ha lanciato una procedura che, se arrivasse alla sua ultima fase, porterebbe all'attivazione dell'articolo 26 e a controlli alle frontiere interne fino a due anni. E anche se il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker definisce «aberrante» la chiusura delle frontiere e quello del Consiglio Donald Tusk, rivolgendosi a «chi parla di escludere la Grecia da Schengen, pensando che sia la soluzione alla crisi migratoria» dice «no non lo è», l'iter potrebbe arrivare a fine corsa se la Grecia non sarà capace di riparare alle «gravi carenze» nella gestione delle frontiere esterne, attraverso cui nel 2015 sono entrati 880mila migranti.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino