La Chiesa chiude ai migranti: «No ai ricatti, questa non è emergenza»

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PADOVA - Dopo una settimana di proteste, la Chiesa di Padova chiude le porte ai migranti. Con un'accusa ben precisa rivolta da don Marco Cagol, vicario episcopale per le relazioni con il territorio, al sindacato Usb, che ha appoggiato (o sollecitato?) le manifestazioni dei richiedenti asilo ospitati nell'ex base militare di Cona (Venezia) e che ieri si sono spinti in corteo fino alla città del Santo (con il sostegno pure dei no global): «È per il bene delle persone che abbiamo deciso di non aprire, in accordo con il prefetto e il Comune, le porte delle chiese. Non ci stiamo a chi ci ricatta dicendo che come Chiesa siamo obbligati ad accogliere. Non è un'emergenza ma una cosa premeditata. Noi non illudiamo le persone».


Accuse respinte dal sindacato. Ma che risuonano anche nelle parole del sindaco di Padova Sergio Giordani che non vuole «cedere alle strumentalizzazioni».

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Il Gazzettino