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BELLUNO - In un primo momento parlano senza preoccupazione. Poi si insospettiscono e temono che non si tratti di una semplice intervista: «Stiamo davvero parlando con un giornalista o questa è un'indagine? Lo sappiamo che siamo approdati in Italia senza permesso, ma la nostra vita in Africa, nel nostro paese che è l'Egitto, e poi in Libia, non ci lasciava scampo». Poi per essere certo che quanto ha detto sia stato capito bene, aggiunge: «Se fossi rimasto lì sarebbe stato meglio morire. In Libia poi non c'è alcuna speranza». A parlare sono i migranti arrivati a Belluno venerdì e che per tre ore sono rimasti sotto il loggiato della Prefettura in attesa di sapere se, come era stato paventato, avrebbero davvero dormito lì, all'aperto, con il termometro che nella notte bellunese scende sempre di più, forse su una brandina e con delle coperte, oppure sarebbe stata trovata una sistemazione diversa. Poi, come è noto, per una serie di combinazioni, hanno potuto dormire nella tenda che il Comitato della Croce Rossa Italiana di Belluno ha allestito a metà settembre a villa Bizio Gradenigo. Una soluzione che sarebbe dovuta servire in caso di situazioni di emergenza, un primissimo rifugio da usare nel momento in cui all'arrivo in città di nuovi migranti, non vi fossero comuni o cooperative pronti ad accoglierli. Ma che in realtà da quando è stata resa agibile, ha sempre avuto ospiti.
I SOGNI
Se chiedi loro cosa si aspettano, rispondono: «Dimostrare quello che valiamo.
GLI ARRIVI
Ieri intanto si sono registrati altri due arrivi due ragazzi provenienti dal Mali - e altrettanti sono in agenda per oggi perché il flusso non si interrompe e non conosce né sabati né domeniche di riposo. I due nuovi arrivi hanno trascorso la notte sotto la tenda a allestita a Cavarzano. Una soluzione possibile perché uno dei migranti a Belluno già da qualche giorno e che aveva dormito in tenda per alcune notti, è stato ricoverato in ospedale. L'azione di venerdì pomeriggio con i migranti sistemati sotto il loggiato della Prefettura in attesa di una sistemazione e con la concreta possibilità di trascorrere all'addiaccio la notte, era stata concordata da Croce Rossa con il prefetto e avrebbe dovuto suscitare qualche polemica, essere un'azione dimostrativa con lo scopo di generare un po' di scalpore. Anche perché essa aveva come contorno il cuore politico e religioso della città, i palazzi di Prefettura, comune e provincia e il duomo. Invece ciò non è accaduto e una volta evitata la notte in brandina, piazza duomo è ritornata al solito ritmo sonnolento. Come se niente fosse accaduto.
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