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PORDENONE - La prima volta si poteva pensare a un caso. A un episodio sfortunato. D’altronde capita anche in tanti altri settori che una gara finisca senza partecipanti. È semplice, la si ripropone modificando le condizioni e nella maggior parte dei casi funziona. E si parte. In questa fattispecie, invece, due indizi fanno una prova bella importante. E danno anche una notizia: l’accoglienza dei migranti evidentemente non conviene più. Economicamente e (forse) anche politicamente. In seconda battuta potrebbe esserci dietro anche la saturazione da parte degli stessi attori che prima la garantivano in pompa magna, questa accoglienza. Anche la seconda manifestazione d’interesse della Prefettura di Pordenone per 100 posti nell’accoglienza diffusa, infatti, è andata totalmente deserta.
IL FALLIMENTO
A fine agosto, dopo il primo flop, il prefetto Domenico Lione aveva rimesso tutto in gioco, bandendo una seconda gara per trovare urgentemente in provincia di Pordenone cento posti da destinare ai migranti.
L’ALLARME
E adesso che anche la seconda gara è andata deserta, testimoniando il raffreddamento del sistema dell’accoglienza, cosa si può fare? La Prefettura non può perdere tempo, perché quei cento posti in più servono subito. E non sarà nemmeno lo stabile un tempo casa delle Comboniane a poter dare una risposta definitiva all’emergenza, dal momento che potrà ospitare solamente trenta persone. «Vista la seconda gara deserta - ha detto il prefetto Domenico Lione, che a breve prenderà servizio a Udine - troveremo altre strade dettate dall’urgenza». In poche parole, si procederà con un iter semplificato e più diretto. La Prefettura lo può fare se presenta le “prove” dell’emergenza. E ci sono tutte, dal momento che il sistema di fatto è “saltato” e che di posti in cui far alloggiare i migranti non ce ne sono letteralmente più in tutta la provincia. Nel frattempo i flussi continuano e i trasferimenti verso altre regioni si attiveranno solamente dalla provincia di Trieste. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino