Migrante "sfrattato" con la sua coperta, ora non si trova più: «Aiutiamolo insieme»

L'ex discoteca Shadows, uno degli ultimi ripari conosciuti
BELLUNO - Compare e scompare continuamente. Seguito – nei modi e nei tempi cui egli stesso acconsente - da un gruppo di tre amici, dalla Caritas ed ora anche da Marco...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

BELLUNO - Compare e scompare continuamente. Seguito – nei modi e nei tempi cui egli stesso acconsente - da un gruppo di tre amici, dalla Caritas ed ora anche da Marco Dal Pont, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Belluno. Ed anche ieri il tam tam partito da chi lo aveva visto in zona Mega il giorno prima, ha allertato Caritas e Comune nel tentativo di intercettarlo. Protagonista di questa storia è il migrante iracheno 45enne, che si vedeva tra Belluno e Ponte con la sua coperta sulle spalle. Aveva trovato riparto sotto la tettoia della ex discoteca Shadows, in via Tiziano Vecellio. Poi quella tenda e il materiale che aveva accumulato era sparito, non si sa ancora per mano di chi. Ora tre amici - Ferruccio Buso, Antonio Peratoner e Lucio Teruzzin – che da mesi cercano di accudirlo con una lettera lanciano l’appello chiedendo di aiutare il migrante, soprattutto in vista del prossimo inverno.

LA PREOCCUPAZIONE «In molti - spiegano nella lettera - speravamo che dopo le notizie apparse sulla stampa in merito al caso succedesse qualcosa per risolvere tale dolorosa situazione. E qualcosa è successo. È stata fatta una, più che comprensibile, pulizia radicale dove stazionava il migrante, coperte e sacco a pelo compresi, lasciando “Pierino” - lo seguiamo da gennaio e per salutarlo usiamo questo nome - senza più nulla per sopportare temperature notturne che in quei giorni erano di ben pochi gradi sopra lo zero. Perlomeno due coperte potevano, per misericordia, lasciargliele». Una pulizia senza forma, per il momento. «Di certo non è stato il Comune – dice il direttore della Caritas don Francesco D’Alfonso – con cui sono in contatto». I tre amici continuano a preoccuparsi: «Ora questo poveretto se ne va in giro riparandosi solo con quella leggera copertina che tiene sempre sulle spalle. Probabilmente chi ha buttato via tutto, coperte e sacco a pelo compresi, dorme lo stesso tranquillo e al caldo, anche se ci auguriamo che qualche ripensamento possa averlo. Davvero sembra non esistere la pietà per gli ultimi».

IL CONTATTO La persona in questione appare debole e indifesa: «Come un bambino piccolo e problematico abbandonato a se stesso, dato che dove si trovava non era in grado né di insaccare gli imballaggi alimentari vuoti né di accedere alla tenda che aveva accanto e che gli era stata donata da un mediorientale che qui a Belluno si è integrato, né di usare correttamente il sacco a pelo donatogli e nemmeno di coprirsi quando piovigginava». Difficile, se non impossibile, anche stabilire una relazione verbale con lui.

LA RETE I tre amici rivelano particolari importanti che raccontano di una rete che ha cercato di aiutare l’iracheno: «Pur seguendolo da gennaio quando ancora si proteggeva di notte vicino a due uffici in zona Baldenich, abbiamo potuto constatare l’intervento di diversi privati e quello del direttore della Caritas, che si è fatto carico di segnalare più volte la situazione al Comune e che oltre a del cibo gli ha fornito anche un sacco a pelo che il migrante usava solo come materasso. Anche "Insieme si Può" si era resa disponibile a offrire un ricovero che Pierino non ha voluto o forse non è stato in grado di accettare». Ora la stagione più fredda è alle spalle e «non è da escludere che se non fosse stato adeguatamente coperto e rifocillato con cibo caldo avrebbe rischiato il congelamento durante il sonno, come è successo a Tiziano Conti ad Orzes. Fortunatamente la stagione fredda ora è passata, ma il rischio si ripresenterà con il prossimo inverno». 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino