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BELLUNO - Compare e scompare continuamente. Seguito – nei modi e nei tempi cui egli stesso acconsente - da un gruppo di tre amici, dalla Caritas ed ora anche da Marco Dal Pont, assessore ai Servizi Sociali del Comune di Belluno. Ed anche ieri il tam tam partito da chi lo aveva visto in zona Mega il giorno prima, ha allertato Caritas e Comune nel tentativo di intercettarlo. Protagonista di questa storia è il migrante iracheno 45enne, che si vedeva tra Belluno e Ponte con la sua coperta sulle spalle. Aveva trovato riparto sotto la tettoia della ex discoteca Shadows, in via Tiziano Vecellio. Poi quella tenda e il materiale che aveva accumulato era sparito, non si sa ancora per mano di chi. Ora tre amici - Ferruccio Buso, Antonio Peratoner e Lucio Teruzzin – che da mesi cercano di accudirlo con una lettera lanciano l’appello chiedendo di aiutare il migrante, soprattutto in vista del prossimo inverno.
LA PREOCCUPAZIONE «In molti - spiegano nella lettera - speravamo che dopo le notizie apparse sulla stampa in merito al caso succedesse qualcosa per risolvere tale dolorosa situazione.
IL CONTATTO La persona in questione appare debole e indifesa: «Come un bambino piccolo e problematico abbandonato a se stesso, dato che dove si trovava non era in grado né di insaccare gli imballaggi alimentari vuoti né di accedere alla tenda che aveva accanto e che gli era stata donata da un mediorientale che qui a Belluno si è integrato, né di usare correttamente il sacco a pelo donatogli e nemmeno di coprirsi quando piovigginava». Difficile, se non impossibile, anche stabilire una relazione verbale con lui.
LA RETE I tre amici rivelano particolari importanti che raccontano di una rete che ha cercato di aiutare l’iracheno: «Pur seguendolo da gennaio quando ancora si proteggeva di notte vicino a due uffici in zona Baldenich, abbiamo potuto constatare l’intervento di diversi privati e quello del direttore della Caritas, che si è fatto carico di segnalare più volte la situazione al Comune e che oltre a del cibo gli ha fornito anche un sacco a pelo che il migrante usava solo come materasso. Anche "Insieme si Può" si era resa disponibile a offrire un ricovero che Pierino non ha voluto o forse non è stato in grado di accettare». Ora la stagione più fredda è alle spalle e «non è da escludere che se non fosse stato adeguatamente coperto e rifocillato con cibo caldo avrebbe rischiato il congelamento durante il sonno, come è successo a Tiziano Conti ad Orzes. Fortunatamente la stagione fredda ora è passata, ma il rischio si ripresenterà con il prossimo inverno».
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