Meteo pazzo, la conseguenza: Acacie senza i fiori, miele bellunese addio

Meteo pazzo, la conseguenza: Acacie senza i fiori, miele bellunese addio
BELLUNO Non c'è più tempo. L'agricoltura bellunese è in ginocchio. Pioggia, neve e freddo hanno praticamente azzerato la produzione di miele, per mais...

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BELLUNO Non c'è più tempo. L'agricoltura bellunese è in ginocchio. Pioggia, neve e freddo hanno praticamente azzerato la produzione di miele, per mais e cereali si parla di una vera e propria strage mentre la raccolta del foraggio subirà una riduzione del 50%. Una partenza di stagione nera che di più non si può, tanto che Coldiretti già pensa di dichiarare la stato di calamità. Il panorama è scuro: un'annata così non si vedeva da anni.

I DANNIAnche se domani il meteo decidesse di essere clemente, il sole di fine maggio non sarebbe sufficiente a riparare i danni causati finora dalle bizze di pioggia e neve. È ormai troppo tardi, l'agricoltura bellunese è fuori tempo massimo perciò tutto quanto non è ancora stato seminato difficilmente verrà piantato con buoni risultati, mentre mais e cereali stanno subendo danni importanti. «Chi ha già messo in campo il mais e i cereali avrà un raccolto scarso spiega Michele Nenz, vice direttore di Coldiretti -, perché le piante si trovano in una situazione di stress idrico. La troppa pioggia, infatti, causa l'asfissia radicale ovvero la mancanza di aria nel suolo e la conseguente morte delle radici». I terreni sassosi risentono meno del problema del ristagno, ma le basse temperature e la mancanza di sole stanno ugualmente creando disagi. I frutteti sono fermi, le piante non hanno le condizioni ideali per lo sviluppo vegetativo per cui in un mese in cui dovrebbero esserci i rami fioriti, tutto tace e a mala pena si vedono le gemme fare capolino coraggiose. Per non parlare di tutte le semine di solito effettuate tra aprile e maggio, probabilmente salteranno e solo chi dispone di una serra potrà procedere e tenere le dita incrociate. Le patate già messe in campo, invece, non si stanno sviluppando e con il ristagno idrico rischiano di marcire.

MIELE E FORAGGIOI danni maggiori si avranno qui. Il miele bellunese, quest'anno, non si troverà in commercio. Le api sono state fermate dal maltempo e non hanno svolto il loro tradizionale lavoro. «In particolare è mancata totalmente la fioritura dell'acacia aggiunge Nenz -, di solito la più abbondante tra tutte e particolarmente importante per la produzione del miele. Con il freddo le api stanno dando fondo alle scorte». Male anche per il foraggio. L'annata non porterà 3 o 4 sfalci come di consueto e alle bestie, probabilmente mancherà fieno nostrano e toccherà acquistarlo fuori provincia con costi altissimi. Il foraggio, cresciuto, tende a invecchiare e a cadere con conseguente riduzione di prodotto per il primo sfalcio. «Anche se smettesse di piovere subito ci vorrebbero giorni prima che il terreno si asciughi conclude Nenz -. L'alta umidità favorisce il diffondersi di patologie fungine, ma se almeno le temperature fossero più alte qualcosa migliorerebbe».
Alessia Trentin Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino